L’occasione per gli annunci di prammatica è l’assemblea nazionale dell’Anci, in corso in questi giorni nel capoluogo pugliese. Si parte dalle nuove assunzioni nel settore pubblico, dove “il turnover al 25% – ha detto Renzi – va bene per alcuni palazzi romani, ma non per le forze dell’ordine e gli infermieri”. Ecco allora la promessa: “Tornare a fare i concorsi, almeno tra forze ordine e infermieri e se ci riusciamo anche i medici, per 10mila unità perché possano essere immediatamente banditi i posti“. Il riferimento è alla legge di stabilità, in corso di definizione in questi giorni, nella quale potrebbe finire proprio il via libera all’ampliamento degli organici. Non solo concorsi, ma anche i contratti, nota dolente sulla quale gli statali sono da tempo sul piede di guerra: “Bisogna rottamare – ha continuato il premier – la filosofia ‘Checcozaloniana’ dell’impiegato pubblico, devono per primi tornare a sentire l’orgoglio di servire il tricolore. È chiaro che poi bisogna anche sbloccargli i contratti perché senno la consapevolezza te la sbattono sui dentì”.
Quanto graverà sul bilancio dello Stato il combinato disposto di misure elettorali che il governo sta portando avanti? 10mila assunzioni e l’allargamento delle maglie contrattuali pubbliche non sono bruscolini, ma rischiano di far sforare – e non di poco – i parametri sui quali vigila l’occhio attento dell’Europa. Poco male, da che mondo è mondo (tranne che per l’Ue, ca va sans dire) una politica fiscale espansiva è lenitiva degli effetti prodotti dalla crisi. Peccato che a Bruxelles non la pensino allo stesso modo, avendo già storto il naso sul mancato rispetto delle promesse sul deficit/Pil previsto per il prossimo anno. E peccato che, qualche discorso a parte, Renzi non osi in alcun modo contrastare la miopia della Commissione, già pronta come un avvoltoio a far finire l’Italia sotto le sue mani. Ma quanto ci costerà questo referendum?
Nicola Mattei
Ti è piaciuto l’articolo?
Ogni riga che scriviamo è frutto dell’impegno e della passione di una testata che non ha né padrini né padroni.
Il Primato Nazionale è infatti una voce libera e indipendente. Ma libertà e indipendenza hanno un costo.
Aiutaci a proseguire il nostro lavoro attraverso un abbonamento o una donazione.
Le solite promesse pre-elettorali, pardon, pre-refendum. Tanto promettere non costa nulla giusto? Come è stato giusto che con tanti insegnanti trasferiti dall’altra parte dell’Italia sua moglie lavora sotto casa..