Roma, 27 ott – Non sempre il Vaticano mostra fermezza nei confronti delle spinte progressiste. A volte, negli ultimi anni, tende ad assecondarle quando non a pomparle. Sul ddl Zan si è però schierato da subito, senza tergiversare, sul fronte dei contrari. Un’opposizione al disegno di legge che oggi ribadisce in modo più argomentato.
Ddl Zan, il Vaticano a gamba tesa
“Davanti a simili progetti di legge, il comportamento dei fedeli e dei politici cattolici deve adeguarsi al Magistero della Chiesa, che sull’ideologia gender ha espresso ‘chiara riprovazione’ tramite numerosi interventi di Papa Francesco”. A dichiararlo è la Congregazione per la Dottrina della Fede della Santa Sede, che ha così risposto alla richiesta di delucidazioni dottrinali – da parte dell’associazione Pro Vita & Famiglia – in merito al ddl Zan oggi alla prova del Senato.
“Siamo grati alla Santa Sede per la risposta chiara e inequivocabile – scrive in una nota Pro Vita & Famiglia – chiediamo ai politici che si definiscono cattolici a destra e a sinistra di respingere il Ddl Zan e scongiurare il lavaggio del cervello dei bambini che promuove nelle scuole italiane”. La Congregazione del Vaticano ha d’altronde confermato l’incompatibilità tra ideologia gender e dottrina cattolica.
“Inquietante il pensiero unico di certe ideologie”
Sottolineando in particolare la “chiara riprovazione dell’ideologia gender” che Papa Francesco avrebbe espresso in numerosi interventi e soprattutto nel paragrafo 56 dell’Esortazione apostolica postsinodale Amoris Laetitia, nel quale si espone una netta contrarietà agli “orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina”. Giudicando ”inquietante che alcune ideologie di questo tipo cerchino di imporsi come un pensiero unico che determini anche l’educazione dei bambini“.
Lo scorso giugno il Vaticano, con una nota ufficiale della Segreteria di Stato, aveva chiesto di “fermare” il ddl Zan poiché violerebbe “alcuni contenuti l’accordo di revisione del Concordato”. In quell’occasione si chiedeva formalmente al governo italiano di modificare il testo del disegno di legge contro l’omotransfobia in esame alla Commissione Giustizia del Senato.
Alessandro Della Guglia