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Decreto Rave, il governo lo cambia. Pene e sanzioni: ecco cosa prevede ora

by Alessandro Della Guglia
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Roma, 30 nov – Cambia il Decreto Rave che aveva scatenato una ridda di polemiche. Il governo, con un emendamento, ha riscritto il testo modificando – tra le altre cose – il numero dell’articolo: non più 434 bis, ma 633 bis. Il decreto non viene completamente stravolto, sono confermati alcuni punti cruciali come le pene inizialmente previste, ma la novità senz’altro più significativa riguarda le manifestazioni, del tutto escluse. Vediamo allora cosa prevede il nuovo testo.

Decreto Rave, sanzioni e pene: ecco come cambia

Si limita il reato a “chiunque organizza e promuove l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici e privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento” quando “dall’invasione deriva un concreto pericolo” per la salute oppure per l’incolumità pubblica a causa dell’inosservanza delle norme su droga, sicurezza e igiene. Di fatto in questo modo si escludono del tutto le altre tipologie di occupazione, come quelle degli studenti relativamente alle scuole. Stessa cosa per le manifestazioni pubbliche che non vengono minimamente “toccate” dal decreto. Il reato 633 bis si riferisce a situazioni ben precise legate alla violazione in materia di sicurezza e igiene in determinati eventi, nonché alle sostanze stupefacenti.

Permane in ogni caso la pena da 3 a 6 anni di reclusione per gli organizzatori o per chi promuove l’occupazione di terreni o edifici per svolgere rave party. In tal caso nel decreto si prevede pure il ricorso alle intercettazioni telefoniche nelle indagini sui presunti organizzatori e promotori dell’evento. Non solo, oltre alla pena fino a 6 anni di reclusione, si prevede anche una possibile multa da mille a 10mila euro e la “confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato, nonché delle cose che ne sono il prodotto o il profitto”.

Alessandro Della Guglia

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