āCāĆØ infatti modo e modo di essere di destra: si può auspicare per decenni il ritorno del fascismo oppure dire, giĆ dai tempi del Msi, ‘non rinnegare non restaurare’ aderendo al modello democratico; ci si può schierare contro lāāAmerikaā per rivalsa verso i vincitori della seconda guerra mondiale ovvero criticare lāamerican way of life senza discutere lāappartenenza atlantica, ma chiedendo pari dignitĆ nelle alleanze; si può lasciare che si diffonda un sentimento antisemita fino ad avere sindaci che negano lāOlocausto ā come accaduto alla Le Pen in questi giorni ā oppure considerare netta lāappartenenza di Israele allāOccidente, giudicare la persecuzione degli ebrei orrore e vergogna perenni, pur chiedendo la trasformazione della Palestina in Stato; si possono detestare gli immigrati oppure contrastare il fenomeno dellāimmigrazione clandestina, il traffico di uomini che arricchisce malavitosi e cooperative, nel rispetto della povertĆ , della disperazione, della persona umana; si può chiedere la fuoriuscita dallāUe per affermare una Grandeur sciovinista o puntare a rinegoziare i Trattati per fare unāEuropa nazione di popoli, patrie e culture, soggetto capace di tenere al guinzaglio la globalizzazione e non suo strumento per riempire il portafoglio della grande finanzaā.
Al di lĆ di tutti gli inverosimili āma ancheā di veltroniana memoria, la cui tenuta logica ĆØ tutta da verificare (si può ācriticare lāamerican wayā ma anche ritenere indiscutibile quella āappartenenza atlanticaā che, dopo la caduta del comunismo, viene discussa un po’ da tutti, ma par di capire che in Fdi resti invece un tabù), colpisce l’ulteriore passaggio della conversione al pensiero unico: chi credeva che l’accettazione piena ed esplicita dei valori antifascisti fosse la tappa finale dovrĆ ricredersi, perchĆ© si può sempre diventare vigilantes di quegli stessi valori e andare a fare le pulci agli altri con il tipico zelo del convertito dell’ultima ora. In fin dei conti lo spauracchio di qualche āsindaco che nega l’Olocaustoā si trova sempre, solo che in genere eraĀ Repubblica a scovarli con toni indignati. Se il Front national avesse tempo da perdere potrebbe del resto replicare che Jean-Marie Le Pen (che a 16 anni tentò di diventare partigiano, cosa che certo farĆ invidia ai dirigenti di Fdi) faceva aperture al mondo omosessuale quando in Italia la cultura missina era più o meno questa. E che comunque ĆØ sempre stato il partito della Meloni a presentarsi come la succursale italiana del lepenismo. Quanto a Israele, gioverĆ ricordare che non ĆØ Marine Le Pen ad averlo rifiutato, ma ĆØ stato Israele a rifiutare lei (che qualche esponente della destra italiana possa metterci una buona parola?).
Ma, a parte il surreale esame alla correttezza politica del Front national, ĆØ tutta l’analisi politica a risultare sbilenca. Porre la destra italiana come possibile modello per la destra francese ĆØ cosa che non sta in piedi. Innanzitutto in termini quantitativi:Ā Marine ha preso 10,6 milioni di voti, Alleanza Nazionale ne ha presi al massimo 5,8, in un’unica occasione.Ā Riesce francamente difficile immaginare che dopo aver comunque raggiunto il suo picco storico di consensi, il Front national venga ad abbeverarsi a questa fonte. Ma ĆØ soprattutto in termini politici che il discorso non regge,Ā perchĆ© non ĆØ chiaro quale radioso bilancio politicoĀ la ventennale esperienza di governoĀ della destra possa sventolare come esempio da seguire per chicchessia. Rampelli, inoltre, sembra imputare alla Le Pen la colpa di una mancata fusione tra āpopolarismo socialeā e āpopulismo responsabileā, quando sono stati proprio i membri della destra istituzionale ad aver alzato contro la Le Pen il muro del fronte repubblicano, che assomiglia tanto a quell’arco costituzionale che un tempo veniva alzato anche contro l’Msi. Giustifichiamo anche le unioni sacre tra destra e sinistra in nome dell’antifascismo, ora? CosƬ come sembra sfuggire che, da Berlusconi a Brunetta, molti degli alleati di Rampelli si sono schierati apertamente per Macron, vedendo in quell’esponente dell’ultraliberismo tecnocratico āuno dei loroā, il realizzatore dei loro programmi. Siamo quindi al cortocircuito totale: Rampelli dice che, per battere Macron, la Le Pen avrebbe dovuto prendere spunto dall’Italia, dove la destra si ĆØ alleata con gente che ha Macron come idolo. Deplorando āla mancata contaminazione tra populismo e popolarismo, di cui si ĆØ avvantaggiato lāesile e vuoto banchiere di Amiensā, Rampelli propone un modello dove quella contaminazione c’ĆØ stata e ha portato al governo i Macron italiani. Un suggerimento che si commenta da solo.
Giorgio Nigra
6 comments
Rampell ci spiegava che se Marine fosse diventata Fillon avrebbe vinto. No, avrebbe vinto Fillon perchĆ© la funzione di Marine sarebbe cessata e i kingmakers avrebbero prodotto tutt’altro scenario per far vincere Macron , se ci tenevano,o per sostituirlo con qualcun altro. Invece di dare lezioni forse ĆØ il caso di prenderle dal proprio passato che si ĆØ mostrato politicamente fallimentare.
Certo: se ragioniamo in termini d’impiego e carriera nella politica ĆØ un altro conto, se parliamo di identitĆ politica e di azione politica però il problema ĆØ ben altro, ed ĆØ che Marine ĆØ a corto di strategia ma non ĆØ certo il suo ritardo nel camaleontismo. Anzi, il suo camaleontismo accelerato rischia di fornire la stampella finale a Macron e dar consistenza e futuro a MĆ©lenchon.
Rampelli le parla d’amico? Dagli amici le guardi Iddio che dai nemici… (sperando che poi sia cosƬ)
Fa sempre piacere vedere che le proprie analisi sono condivise anche da altri.E che non sono il solo a pensarla cosƬ.Dissentendo fortemente dal centro-destra.saluti.
Su una cosa possiamo concordare:Marine non ha vinto perchĆ© non ha convinto gli elettori della destra gollista, che pure condividono alcuni punti del programma del Front. Se fosse stata realizzata quest’alleanza sarebbe stato comunque il front a trainare con le sue idee ed i suoi valori uno schieramento che poteva essere vincente. Al contrario di quanto avviene in Italia, dove si persegue una alleanza che sarebbe lontana dai nostri programmi e ci relegherebbe al solito ruolo di inoffensivi portatori d acqua al mulino di Arcore.
volevo fare i complimenti a rampelli per il suo stipendio e la sua carriera politica.
anzi se mi insegna come fare a me lo ringrazio.
insegni a me che marine non ha bisogno dei consigli di rappelli (ammesso e non concesso che sappia chi ĆØ).
francese ha molto da imparare dalla destra italiana? Dai risultati si direbbe esattamente il contrario
Neanch’io ho parole dinanzi a questa mucillagine umana nutrita a pane e “cadrega” ( sedia, per i non settentrionali). NON si deve MAI essere alleati di costoro. Arrivo a dire, meglio i grillini, almeno non sono dei rinnegati.