Roma, 16 set – Il governo ha deciso che il green pass sarà obbligatorio per tutti i lavoratori del pubblico e del privato e i tamponi resteranno a carico dei dipendenti. E’ scontro con i sindacati, che chiedevano che il costo non ricadesse sui lavoratori, ma l’esecutivo vuole costringere chi non l’ho ancora fatto a vaccinarsi. Oggi cabina di regia con i capidelegazione della maggioranza e a seguire Consiglio dei ministri: l’obbligo di green pass per poter lavorare in un unico decreto, in vigore dal 15 ottobre. Dal canto suo il leader della Lega Matteo Salvini dice no all’estensione della certificazione verde a chiunque lavori. Ma la direzione del governo (e di parte della stessa Lega) è quella.
Green pass per lavorare, scontro governo-sindacati sui tamponi
Scontro sindacati-governo sui tamponi. Ieri a Palazzo Chigi Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto che il costo non fosse a carico dei lavoratori. “Non siamo disposti a far pagare ai lavoratori i costi della sicurezza sul lavoro”, va all’attacco Pierpaolo Bombardieri (Uil), secondo fonti presenti all’incontro. “I costi del tampone sono tutt’altro che calmierati: per venire qui ho speso 22 euro in farmacia”. Gli fa eco Angelo Colombini (Cisl): “I prezzi sono troppo alti, perché non sperimentiamo una gratuità finché dura l’emergenza, fino al 31 dicembre?”. Ma il premier Mario Draghi respinge la richiesta: “La vostra proposta è inopportuna, non è questo il momento di sperimentare, ma di spingere la vaccinazione. Il green pass funziona, è monitorato è una soluzione accomodante”.
Dal canto suo, il ministro della Salute Roberto Speranza ribadisce: “Tamponi gratis solo per lavoratori fragili ed esenti: la gratuità per tutti non aiuta le persone a vaccinarsi“. Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti però rassicura: “Stiamo lavorando per abbassare il costo“. In merito è scontro tra il leader della Cgil Maurizio Landini e il ministro della Pa Renato Brunetta. “Non si fanno così le trattative sindacali”, taglia corto l’esponente di Forza Italia, tra più convinti sostenitori dell’obbligo del green pass per tutti i lavoratori. Landini: “Non prendo certo lezioni da te”.
Cgil, Cisl e Uil chiedono garanzie sulle sanzioni ai lavoratori senza green pass
I sindacati inoltre chiedono garanzie sulle sanzioni ai lavoratori privi di green pass e di trovare risorse per coprire i periodi quarantena, rimasti a carico delle aziende con possibili tagli in busta paga. In merito gli risponde il ministro del Lavoro Andrea Orlando: “Nessuno sarà licenziato o demansionato. Sulle quarantene cerchiamo i fondi con il ministro dell’Economia Franco“. Ma sui tamponi la tensione resta alta. “Siamo tutti dotati di green pass perché vaccinati”, fa presente Landini dopo il vertice. “Eppure per entrare nel palazzo del governo ci hanno chiesto il tampone. Io e il collega della Cisl l’abbiamo fatto a Palazzo Chigi, gratis per noi e per tutti quelli che lavorano qui. Perché la stessa logica non vale fuori?“. Ci mette il carico Bombardieri (Uil): “Allora si chieda il green pass anche per entrare in Parlamento“. I tamponi a pagamento restano il nodo più difficile da sciogliere: Confindustria ha già detto che non vuole coprire il costo, idem il governo. I sindacati dunque promettono battaglia affinché non siano a carico dei lavoratori.
La linea dura di Draghi: tamponi a carico di chi non vuole vaccinarsi
Tuttavia la linea del governo è ormai conclamata: vaccini gratis, tamponi a carico di chi non vuole vaccinarsi. E’ la stretta finale per convincere i cosiddetti no vax, che in verità sono cittadini che finora hanno esercitato il diritto di non farsi il vaccino.
Adolfo Spezzaferro
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[…] Green pass per lavorare, tamponi gratis? No di Draghi ai sindacati […]
un sentito ringraziamento ai sindacati che anche questa volta non hanno tutelato i lavoratori
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