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Immigrazione, ora la Lamorgese lancia il grido dall’allarme: “L’Ue non ci lasci soli”

by Cristina Gauri
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lamorgese

Roma, 13 ott – Nemmeno il più convinto degli ultrà immigrazionisti al governo può mettere la testa sotto la sabbia e fingere che vada tutto bene, che l’immigrazione non sia un problema e che gli sbarchi non stiano di nuovo intensificandosi a ritmo drammatico. A ciò si aggiunge quel “piccolo” problema della crisi siriana, e il fiume di profughi che è destinato a riversarsi in Europa entro breve. E’ così che il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese lancia l’allarme e chiede una risposta decisa all’Europa, evidenziando gli squilibri nella ripartizione dei migranti con ricollocazioni automatiche, sottolineando il bisogno di un sostegno alla stabilizzazione della Libia e di un dialogo con le Ong.

Secondo il nostro Ministro dll’Interno, si deve partire da “il superamento degli attuali squilibri nella ripartizione degli oneri tra gli Stati membri”, introducendo un sistema di redistribuzione degli immigrati “basato su procedure di ricollocazione automatiche, veloci ed efficaci”, che porteranno alla gestione certa e sicura dell’accoglienza dopo lo sbarco.  “Questi elementi – aggiunge Luciana Lamorgese – potrebbero rappresentare una svolta decisiva soprattutto nella prospettiva di una riforma del Regolamento di Dublino“.

“Finora l’impegno del nostro Paese – ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera  – su questo fronte è stato eccezionale. Ma adesso solo una risposta coordinata e condivisa a livello europeo può consentire una strategia efficace che coniughi il necessario rigore contro lo sfruttamento dei migranti e i trafficanti di esseri umani“. Il problema principale resta l’intesa tra gli Stati membri e il sostegno dovuto ai Paesi con i porti cosiddetti di “primo approdo”, tra cui quelli italiani  e maltesi. “L’idea condivisa – spiega Lamorgese – è che un nuovo patto di solidarietà europeo deve nascere da questa consapevolezza e la bozza di accordo può rappresentare il cambio di passo, in direzione di un sistema di gestione più equo e bilanciato; un percorso complesso, ne sono consapevole, che auspico possa vedere progressivamente coinvolti il maggior numero possibile di partner europei”.

Cristina Gauri

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4 comments

Bracco 13 Ottobre 2019 - 10:36

L’UE si girerà dall’altra parte.

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Piero 13 Ottobre 2019 - 11:28

Se ne sbatteranno i coglioni, come hanno semore fatto.
Uscire al più presto da questa merda di UE é l’unica risposta possibile.

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Commodo 13 Ottobre 2019 - 1:03

Ripartizione cheee?… Le facce color merda sono centinaia di milioni!!! E vogliono venire tutti qui!!! Ributtarli a mare a mitragliate! E costringere quelli che ci occupano, infestandoci e impestandoci, ad andarsene! Ma non con “rimpatri” , in aereo, comodi comodi, e, ovviamente, a spese nostre! Basta lanciare l’ ultimatum che le scimmie algerine fecero, a suo tempo, ai franciosi: “O la valigia, o la bara!” .

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SergioM 13 Ottobre 2019 - 5:51

A Lamogè ….. vi dimettete e fate tornare SAVINI !!!!

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