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Lampedusa, batosta per il sindaco pro-accoglienza: non entra neanche in consiglio

by Nicola Mattei
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lampedusa sconfitta nicoliniLampdusa, 12 giu – Il luogo simbolo dell’immigrazione indiscriminata, una delle “porte d’Europa” a sentire il linguaggio  buonista infarcito di retorica a buon mercato, quella Lampedusa dove è stata addirittura installata una scultura “alla memoria dei migranti deceduti in mare”, giusto per non far mancare un po’ di propaganda sulle morti della nuova tratta degli schiavi, dice un chiaro e secco “No” all’accoglienza a tutti i costi, mandando a casa l’ormai ex sindaco Giusy Nicolini.

Primo cittadino dall’8 maggio 2012, 56 anni, pluripremiata nel suo impegno per l’accoglienza e per la segreteria del Pd da Renzi in persona, che l’ha pure trascinata alla cena alla Casa Bianca con Barack Obama, nonostante fra le decine di altre cose un premio Unesco per la pace non è riuscita a centrare la riconferma. Vince Salvatore Martello, già sindaco dell’isola dal 1993 al 2002, ma la beffa arriva in tarda notte: per 200 voti la Nicolini arriva addirittura terza dietro la lista civica in appoggio a Filippo Mannino. Risultato? Si possono riconteggiare tutte le schede del mondo, ma per la povera Giuseppina Maria sfuma, con uno zero tondo alla voce “seggi”, perfino qualsiasi possibilità di entrare in consiglio.

“Tutti i commentatori, tutti i giornalisti, tutti i politici la lodavano, la ringraziavano, la portavano a esempio. Mai una voce contraria. Solo lodi, ovazioni, premi”, scrive una sconsolata Antonella Boralevi su La Stampa, chiedendosi “allora perchè i lampedusani non la vogliono?”, non senza una punta di malcelato stupore. Forse perché un sindaco, specie se di una piccola e difficile realtà, non deve diventare l’icona alla Saviano delle prime pagine delle riviste, ma occuparsi di questioni talmente locali – ma anche talmente importanti per la propria gente – forse incompatibili con un presenzialismo urbi et orbi che la trascinava lontano dall’isola e dai doveri di amministratore. E scusate se è poco.

Dall’altra parte, il neosindaco, che non sembra avere intenzione di fare troppa vita mondana, ha invece le idee piuttosto chiare sul tema-cardine che invece, più o meno involontariamente, la politica di Lampedusa: “Adesso sul piano dell’accoglienza, o meglio dell’organizzazione dell’accoglienza, deve cambiare tutto“, ha subito spiegato, denunciando che “non ne possiamo più di vedere sciamare i migranti ovunque. Debbono dirci se da quel Centro si può entrare o uscire senza problemi. Stabiliamo le regole. Si dica se reti metalliche e poliziotti servono solo per non fare entrare i lampedusani nel Centro accoglienza”.

Nicola Mattei

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nemesi 12 Giugno 2017 - 4:14

a mio modestissimo parere, a persone come questa Giussy così come ad un Saverio “BOKO HARAM” Tommasi, dei tanto amati “migranti” non importa un fico secco;

piuttosto vengono usati come facile quanto sgamabile espediente per acquisire (e monetizzare nel secondo caso) ribalta mediatica impugnando la causa più politicamente corretta in assoluto:

caccia sul web qualche immagine di bambini con gli occhioni sgranati o (purtroppo) qualche bara ed il gioco è fatto; qualche zitellona complessata o qualche “raga” -mantenuto da papà- da Centro Sociale OKKUPATO che ti supporta mediaticamente li trovi con tutto il loro codazzo di accoliti;

però ora in aria c’è odore di cambiamento e forse questa prima “brezza marina” parte propriio dall’isola di Lampedusa.

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Sal Taurasco 12 Giugno 2017 - 7:22

Su twitter vedi adesso i sinistronzi che hanno la bile di traverso. Evidentemente piaceva al bel mondo schiccoso (e volontariamente autistico), mentre i suoi compaesani l’avevano sui coglioni. Così una bella smerdata nel santuario dell'”accoglienza”. Ah! Ah!

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