Roma, 2 ott – “Ancora oggi sui giornali sentiamo parlare di ‘rimodulazione’ dell’Iva. Lo ribadiamo per l’ennesima volta: no a giochini e giri di parole, l’Iva non deve aumentare. Questo governo nasce su due principi fondanti: il blocco dell’Iva e il taglio dei parlamentari. Se uno dei due viene meno, allora si perde il senso di questo governo”. Così, in una nota ufficiale il Movimento 5 Stelle, lancia un avvertimento all’alleato Pd. Eppure anche tra i 5 Stelle ci sono esponenti che considerano possibile (se non necessaria) la cosiddetta rimodulazione dell’Iva. In sostanza, si tratterebbe di aumentare quella su alcuni “beni di lusso” (con l’auspicio che nella categoria non si facciano rientrare merendine, chinotti o simili).
Castelli: “Basta titoli fuorvianti: l’Iva non si aumenta”
“Lo stiamo dicendo da settimane, basta con titoli fuorvianti e false ricostruzioni. L’Iva non si aumenta”. Cosi’, in una nota, il viceministro dell’Economia e delle Finanze, la pentastellata Laura Castelli. “Il dibattito innescato sull’Iva dimostra che il problema esiste – aveva spiegato la Castelli alla Stampa – non è ragionevole che sulle patatine fritte ci sia l’imposta al quattro per cento. O che sia al dieci quella sui prodotti da collezione”. Per il viceministro insomma la strada di aumenti differenziati dell’Iva sui prodotti non prevede “tabù”. Anzi, “tabù non ce ne devono essere, su nulla. Anche perché ci sono aliquote che devono scendere“. Questo significa necessariamente che ce ne sono altre che devono salire. Quindi la Castelli sembrerebbe entrare in contraddizione quando afferma che l’Iva non aumenterà.
Boccia: “Le rimodulazioni Iva si faranno”
E’ più onesto o quanto meno ha le idee più chiare il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, il dem Francesco Boccia, secondo cui “le rimodulazioni Iva si faranno perché oggi in questa imposta ci sono situazioni ingiuste“. “Siamo la sinistra, non la destra. Io posso pure accettare che Salvini ora lanci slogan vuoti contro un’Iva più giusta. Lui fa così. Mi spiace e mi fa riflettere che lo faccia Renzi: ma da che parte sta?”, è il commento di Boccia.
Insomma, complici anche i soliti quotidiani mainstream, la confusione c’è ed è funzionale. Perché la logica insegna che se da una parte abbassi l’Iva, dall’altra la devi alzare. Ma questo secondo passaggio se ne guardano tutti – maggioranza giallofucsia e stampa di regime – dal citarlo.
Adolfo Spezzaferro