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Meloni risponde agli attacchi sul “caso” Giambruno: “Non ritengo di essere io a dovergli dire cosa dire”

by Michele Iozzino
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Giambruno

Roma, 8 sett – In conferenza stampa il giornalista del Fatto Quotidiano Giacomo Salvini attacca il presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul “caso” Giambruno, chiedendo se ne condivide le dichiarazioni riguardo i recenti episodi di stupro. Una domanda che, come riporta il giornalista nel suo articolo, avrebbe provocato l’irritazione della premier. Ma a essere fuori posto non è la reazione di Meloni, quanto piuttosto il doppiopesismo della sinistra.

Cosa dice il “caso” Giambruno sull’ipocrisia della sinistra

Pur di attaccare i propri avversari politici certa sinistra è disposta a tutto, anche contraddirsi sui propri principi fondamentali. Tutta l’attenzione ricevuta dal compagno della Meloni potrebbe essere infatti facilmente interpretata, secondo il linguaggio progressista, come un retaggio patriarcale, quasi a testimoniare la difficoltà di riconoscere al presidente del Consiglio la sua indipendenza in quanto donna. Ancora più importante è il tema della distanza tra vita pubblica e vita privata, e soprattutto il tema della libertà di espressione e l’autonomia degli organi di informazione dalla politica. Tema che giustamente solleva Meloni nella sua risposta, ma che sembra del tutto ignorato da chi tenta di metterla nel sacco attraverso le parole di Giambruno. Ma andiamo con ordine.

Meloni: “Occhi aperti e testa sulle spalle”

Punto di partenza è quanto detto da Giambruno e le relative polemiche che ne sono scaturite. Indignazione che è andata ben al di là dell’effettivo senso della sua posizione, come giustamente ricorda la stessa Meloni: “Penso che Andrea Giambruno abbia detto in modo frettoloso e assertivo una cosa diversa da quella interpretata dai più. Io non leggo in quelle parole ‘se giri in mini gonna ti violentano’ ma una cosa simile a quella che mi diceva mia madre ‘occhi aperti e testa sulle spalle‘. Gli stupratori esistono e non bisogna abbassare la guardia”. Insomma, nessuno processo di colpevolizzazione delle vittima, solamente la costatazione di un dato reale. Anzi, la premier prende come esempio la sua esperienza personale e i consigli materni: “Mia madre me lo ha sempre detto. Bisogna essere sempre presenti a se stessi, fare del proprio meglio per non mettersi nella condizione di consentire a questi animali di fare quello che vorrebbero fare. Credo sia un consiglio che molti genitori darebbero ai propri figli, questo non da nessuna giustificazione agli stupratori”.

Un problema di libertà di stampa?

Dopo aver risposto nel merito, Meloni solleva un altro tema, ancora più centrale, quello dell’opportunità o meno che le venga chiesto di rendere conto di quanto detto dal proprio compagno: “Io sono mesi che qualsiasi cosa dica vengo chiamata in causa allora vorrei capire qual è la lettura che date del concetto di libertà di stampa. Un giornalista in tv non dice quello che pensa la moglie”. A questo punto invita gli organi di informazione a evitare simili comportamenti: “Quindi vi prego di non chiedermi conto in futuro di quello che un giornalista nell’esercizio del suo operato dichiara in televisione perché non ritengo di essere io a dovergli dire cosa dire. Credo nella libertà di stampa”.

Michele Iozzino

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