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“Non mi dimetto, chi mi critica prenota nei miei locali”: cosa ha detto la Santanché

by La Redazione
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Roma, 5 lug – “Mi fa sorridere che le critiche più feroci vengono da molti che in privato hanno tutto un altro atteggiamento nei miei confronti. A volte fa anche piacere prenotare nei locali di intrattenimento che io ho fondato. Ma io sono felice di farlo. E mi fermo qui per carità di patria…”. Contrattacca così Daniela Santanché, nel corso della sua informativa al Senato dopo l’inchiesta di Report e i relativi articoli di stampa sulle presunte irregolarità delle aziende Visibilia e Ki Group. “Affermo sul mio onore che non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia e che anzi per escluderlo ho chiesto ai miei avvocati di verificare che non ci fossero dubbi”, ha detto il ministro del Turismo. “Spero vorrete darmi atto che a fronte della richiesta di alcuni gruppi di opposizione e dico alcuni e non tutti, ho subito dato la disponibilità a riferire cosa che qualcuno considera ha anche considerato eccessiva”, ha dichiarato Santanché.

Santanché contrattacca, ma le dimissioni ne chiedono le dimissioni

Secondo la Santanché, da molti media sono arrivate “pratiche sporche e schifose”, ma “ho preferito non fare pesare al governo le conseguenze di una campagna di vero e proprio odio nei miei confronti”. E ancora: “Faccio impresa da quando ho 25 anni, sono partita da Cuneo con la forza del lavoro contando solo su me stessa, ho raccolto importanti successi imprenditoriali, sono fiera di aver dato lavoro a tante persone. Ho investito nella pubblicità nell’intrattenimento e poi nell’editoria. Ho potuto scrivere pagine di successo”, ha detto ancora Santanchè. “Non mi sono mai appropriata di nulla che non mi appartiene, non ho mai abusato delle mie posizioni apicali delle aziende, sfido chiunque a dimostrare il contrario”.

Le opposizioni non hanno però apprezzato le spiegazioni del ministro del Turismo e ne chiedono ancora le dimissioni. “Santanché non ci ha convinto. Abbiamo ribadito la richiesta di dimissioni perché in gioco c’è la credibilità delle istituzioni”, ha dichiarato Antonio Misiani (Pd), al Fatto Quotidiano. Per poi specificare, riguardo alla mozione di sfiducia presentata dal M5S: “Abbiamo chiesto alla ministra di dimettersi, quindi se arriverà una mozione la voteremo. E’ un’iniziativa annunciata dal Movimento e saremo coerenti”.

Il Terzo Polo si spacca

Al contrario, il Terzo Polo si spacca. Italia Viva non chiede le dimissioni del ministro, mentre Calenda chiede alla Santanché un passo indietro. “Vogliamo emanciparci” da un passato in cui sono state chieste dimissioni anche senza avvisi di garanzia. E’ quanto dichiarato dal senatore renziano Enrico Borghi, parlando in Aula al Senato per il Terzo Polo. “Non ci iscriviamo – ha specificato il senatore – a una logica faziosa, cogliamo il dato politico” e “non chiediamo a voi le dimissioni come voi le avete chieste ma diciamo che ogni valutazione è nelle sue mani e nelle mani del presidente del consiglio che si assume la responsabilità e se c’è dell’altro tragga le sue valutazioni la valutazione è tutta nelle sue mani”.

Calenda replica invece duramente al ministro: “C’è una profonda differenza tra essere garantisti e sostenere che comportamenti gravemente inappropriati di un membro di governo debbano essere considerati irrilevanti fino a eventuale sentenza passata in giudicato. In tutte le democrazie liberali i membri di governo rispondono politicamente dei loro comportamenti, indipendentemente dalle vicende giudiziarie. Non abbiamo chiesto le dimissioni della #Santanchè fino ad oggi. Abbiamo chiesto spiegazioni. Le spiegazioni date sono parziali, inesistenti o omissive. Ricordo che in questo caso si parla di mancato pagamento del TFR, uso fraudolento della Cassa Integrazione, mancato pagamento di stipendi, mancata restituzione di fondi pubblici etc. Alla luce di quanto accaduto oggi in Senato, la Ministra dovrebbe seriamente valutare di fare un passo indietro.”

 

La Redazione

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3 comments

fabio crociato 5 Luglio 2023 - 9:12

Arridateci almeno Alemanno ed un calcio alla puzzona incapace e trasformista.

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brutta ciao 5 Luglio 2023 - 9:51

Ovvero, il classico paraculo “non sputare nel piatto in cui mangi”! Santanché, cambia cognome, torna vera bambina… forse eri meglio. L’ unica scusante è che proviene dalla degenerata Milano che più di tanto, dal punto di vista umano, non riesce ad esporre.

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brutta ciao 6 Luglio 2023 - 11:45

L’ “antiaraba” che fa sponda su Dubai ? Cestinatela subito anche se è troppo tardi. Anche il suo “buon esempio” resterà nella storiella italica.

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