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Le ombre della magistratura e i silenzi della politica: ecco perché il sistema è da riformare

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Roma, 8 mag – La magistratura vive un momento di forte difficoltà, dovuto ad un susseguirsi di scandali e pesanti accuse che ne hanno scalfito l’acquisita credibilità dinanzi ai cittadini. Molti vissero la “rivoluzione” di Tangentopoli come il simbolo dell’operato dei giudici. Tuttavia, la storia insegna che l’avvento della verità è spesso esclusivamente figlio del tempo. Così, a distanza di alcuni decenni la vera essenza del plotone giustizialista appare maggiormente chiara a tutti coloro illusosi in passato.

Escludendo alcune figure da onorare e ricordare per il proprio impegno, la magistratura ha dimostrato i reali interessi che cela. Stando alle dichiarazioni di Luca Palamara esisterebbe un autentico “sistema” formato dalle correnti che dirigerebbe nomine ed operato dei magistrati. Inoltre, tale sistema invaderebbe ancora oggi il campo della politica, distruggendo se necessario la credibilità e la carriera degli esponenti di partiti ritenuti da abbattere.

Al racconto di Palamara (ad oggi non smentito) si è aggiunta ulteriore ombra sul sistema giudiziario italiano nei giorni scorsi. Dai verbali dell’avvocato Piero Amara sono emerse delle rivelazioni sconcertanti, celanti l’esistenza di una cosiddetta “Loggia Ungheria” che determinerebbe le scelte di Csm e vertici dell’Anm. Il tutto accadrebbe con il silenzio-assenso del Quirinale, dato che il Capo dello Stato è anche presidente del Consiglio superiore della magistratura.

Magistratura nel caos: serve una riforma della giustizia

Il rispetto per il corso della giustizia non può però esimerci da doverose ed amare considerazioni. Ad oggi sia il ministro della Giustizia che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella non hanno ancora commentato in alcun modo gli scandali che sembrano emergere. Sarebbe auspicabile, se non dovuto, da parte di entrambi un maggiore impegno per il raggiungimento della dovuta chiarezza. Oppure – eventualità ancor più apprezzabile – sarebbe appena il caso di intraprendere una sostanziale e netta revisione del Csm e del sistema giudiziario italiano nella sua totalità. L’unico modo per abbattere il sistema delle correnti e dell’invasione del campo politico da parte della magistratura è quella di una profonda riforma.

Il sorteggio dei membri del Csm renderebbe ad esempio molto più complesso per le correnti poter indirizzare le nomine a proprio piacimento. Inoltre, la strada del presidenzialismo potrebbe predisporre una maggiore imparzialità politica ed anche la giusta responsabilità data in materia ai cittadini italiani. La speranza è che possa svilupparsi presto un dibattito politico sulla possibilità effettiva di far eleggere ai cittadini l’inquilino del Quirinale. Tra gli storici volti dell’appena citata proposta ricordiamo non a caso Bettino Craxi, una vittima della magistratura che ha pagato a proprie spese l’operato in malafede di tanti, troppi togati.

Tommaso Alessandro De Filippo

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