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Il Partito Comunista torna in Parlamento. Grazie a un ex grillino cintura nera di cambio di casacca

by Adolfo Spezzaferro
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partito comunista parlamento

Roma, 17 nov – Cintura nera di cambio di casacca: un ex grillino poi passato al Misto fa tornare il Partito Comunista in Parlamento. A dare il lieto annuncio è Emanuele Dessì, senatore ex M5S poi al gruppo Misto, che da oggi rappresenterà ufficialmente a Palazzo Madama il Pc di Marco Rizzo.

Il Partito Comunista torna in Parlamento grazie a un ex grillino

“L’autorizzazione è arrivata. Da oggi rappresento, nel Parlamento Italiano, il Partito Comunista. Dopo un lungo peregrinare, spesso piacevole, a volte tormentato, si torna a casa…”.Così Dessì in un post su Facebook a cui allega la lettera con la richiesta di autorizzazione al passaggio dell’ufficio politico del Partito, siglata da Rizzo il 10 novembre scorso e indirizzata alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Giunta oggi, l’autorizzazione sancisce così il ritorno dei comunisti nell’arco parlamentare.

Esulta il segretario Rizzo: “Contro Draghi da oggi anche nelle istituzioni”

“Il Partito Comunista torna in Parlamento – esulta su Twitter Rizzo, il quale spiega -. Questo avviene grazie al sen. Emanuele Dessì, già militante comunista poi eletto M5S. Emanuele Dessì da oggi rappresenta il nostro progetto politico al Senato della Repubblica. Contro Draghi nelle piazze e – da oggi – anche nelle istituzioni“, conclude Rizzo.

Sui social i comunisti non apprezzano: “Dessì vile opportunista”

A leggere i commenti sui social, in molti non gradiscono il ritorno alle origini di Dessì, già candidato sindaco M5S di Frascati, giudicato un “vile opportunista”. Un altro fa presente che Rizzo affida la rappresentanza parlamentare del suo partito a un poco di buono. “Plastico esempio, segretario, di come distruggere un buon lavoro (il suo), facendolo ‘rappresentare’ da un fallito“, si legge tra i commenti. Ma c’è anche chi si accontenta: “Rivedere la falce e martello in Parlamento è sempre un piacere”.

Rizzo dal canto suo evidentemente preferisce pagare il prezzo della disapprovazione di iscritti e simpatizzanti pur di avere una rappresentanza (altrimenti impossibile) in Parlamento. Ricordiamo che alle politiche del 2018 il Pc ha preso lo 0,33%.

Adolfo Spezzaferro

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1 commento

fabio crociato 18 Novembre 2021 - 7:01

Sul simbolo bolscevico la falce è contrastante, direi discutibile, basti pensare alla fine che hanno fatto i kulaki; molto più consona ed attuale la “saponetta digitale”, alias schiscetta per la mente.

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