Roma, 15 gen – Come ampiamente previsto, il centrodestra candida Silvio Berlusconi al Quirinale: starà al leader di Forza Italia sciogliere la riserva o, in caso di un passo indietro, indicare un altro candidato. Ieri, al vertice di Villa Grande, Salvini e la Meloni hanno conclamato la compattezza della coalizione, stretta attorno a colui che l’ha fondata e che non intende ancora mollarne la guida. Sarà la sua ultima battaglia, quella per il Quirinale, e per questo Berlusconi vuole combatterla da comandante in capo.
Centrodestra candida Berlusconi al Quirinale: starà a lui sciogliere la riserva
A leggere gli scenari in giro sui giornali e a sentire i virgolettati riportati qua e là, senza i numeri necessari – 505 voti dalla quarta votazione – Berlusconi rinuncerà. Ciò significa che fino a che non si arriverà alla quarta votazione, prevista per il 27 gennaio, il leader di FI potrebbe non sciogliere la riserva. Tenendo tutti (forse anche i suoi alleati) con il fiato sospeso. Ma soprattutto tenendo bloccata in una impasse la partita per il Colle. Berlusconi è al centro dello stallo, infatti. Anzi, è colui che sta massimizzando il risultato politico di tale stallo.
Così il Cav tiene bloccati Pd e M5S fino all’ultimo momento
Se andiamo a vedere, infatti, Pd e M5S – ossia i giallofucsia ormai orfani di Iv – sono fermi sul loro no a Berlusconi presidente della Repubblica. Ma non hanno fatto nomi né potrebbero trovarne uno condiviso (ossia espressione del Pd che però piaccia a Conte e ai grillini). Per non parlare del fatto che a questo giro le carte per il Colle le dà il centrodestra, che parte da una base di voti superiore rispetto al centrosinistra (se ancora si può definire tale). Ecco perché finché Berlusconi non scioglierà la riserva Letta (Enrico) e Conte non potranno che aspettare, rosicchiandosi il fegato. E non è escluso che tutto sarà giocato – come tradizione vuole – a carte coperte. In tal senso gli scenaristi parlano di un piano B a cui starebbe lavorando Salvini.
Il piano B è sempre del Cav: fare il kingmaker
Il leader della Lega infatti in questi giorni non fa che ripetere che bisogna dialogare, che nessuno può dire no alla candidatura di Berlusconi. In realtà sta cercando di trovare abboccamenti con Letta su un nome condivisibile, che ovviamente non può essere il Cav. Ma qui casca l’asino: appare estremamente improbabile che, in caso di un suo passo indietro, Berlusconi rinunci pure a fare il kingmaker, a indicare lui il candidato del centrodestra. In ogni caso, insomma, sarà il Cav a dettare legge nel centrodestra. Anche perché la coalizione ha tutto da guadagnare, se davvero il più volte premier e Presidente ideale pure per il Ppe dovesse riuscire nell’impresa.
Procede la caccia dei voti tra gli ex M5S
A sentire Vittorio Sgarbi, che sta dando una mano a Berlusconi a trovare i voti mancanti necessari per l’elezione, la “campagna elettorale” tra i peones sta andando bene. “Silvio Berlusconi mi ha chiamato dicendomi che aveva cento voti in più ma non sapeva di chi fossero. Sono persone uscite motivatamente dal M5S, visto che il loro capo si è totalmente disonorato, quindi ora sono liberi”, spiega Sgarbi, ospite a L’aria che tira. Insomma, la caccia si è aperta soprattutto tra gli ex grillini più che tra i centristi. Voti o non voti, insomma, il Cav resta al centro di ogni grande manovra possibile per il Colle.
Adolfo Spezzaferro
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[…] che invece il Cav è in campo eccome è Vittorio Sgarbi, che sostanzialmente dice quello che Il Primato Nazionale scrive da tempo. “Nessuna rinuncia, fino all’ultimo, ragionevole tentativo“, assicura il […]