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“Sul Quirinale passo indietro di Berlusconi”. La bordata della Meloni all’alleato senior

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 18 nov – “Sul Quirinale vedo un passo indietro di Berlusconi“: così Giorgia Meloni scarica l’alleato leader di Forza Italia, “reo” di essere in trattative con il Pd per il prossimo presidente della Repubblica. Il centrodestra è in crisi e la bordata della leader di FdI è soltanto l’ultimo scossone in una coalizione divisa quasi su tutto, a partire dal sostegno al governo Draghi. Dal canto suo, Forza Italia esprime irritazione per le parole della Meloni, perché “è prematuro parlare di Quirinale“. In verità Berlusconi ancora un po’ ci spera, magari a partire dalla quinta votazione (contando sui centristi sparsi nel Misto e forse pure sui renziani). Ma il punto è che la Meloni alla sua valutazione politica non ha aggiunto un “siamo pronti in ogni caso a sostenere una candidatura di Berlusconi”. Anzi.

Meloni: “Sul Quirinale vedo un passo indietro di Berlusconi”

“Berlusconi sicuramente ha tutta la mia stima ed è un mio alleato. L’elezione di Berlusconi in questo quadro non è una cosa facilissima, lo sappiamo. Lo dicono i numeri. Berlusconi ha risposto per primo all’appello del Pd per trovare un nome. E visto che sicuramente il Pd non lo vota Berlusconi al Quirinale, per me significa che Berlusconi sta facendo un passo indietro. Io la interpreto così”. E’ il ragionamento della Meloni in occasione della presentazione del libro di Bruno Vespa “Perché Mussolini rovinò l’Italia (e come Draghi la sta risanando)” al Tempio di Adriano a Roma. Presente anche il segretario dem Enrico Letta.

“Serve un presidente della Repubblica che abbia rispetto della sovranità italiana”

L’importante – chiarisce la Meloni – è che il centrodestra si muova compatto, con senso di responsabilità, per dare a questa nazione un presidente della Repubblica che abbia rispetto della sovranità italiana. Il centrodestra ha le carte in regola per dire la sua in questa partita. C’è bisogno di un presidente della Repubblica che abbia rispetto per le istituzioni. Non un amico di questo o quel partito, ma un amico della Costituzione”. Messaggio forte e chiaro, recapitato a chi di dovere.

Forza Italia: “Assolutamente prematuro discutere ora del Quirinale”

A stretto giro la replica indiretta ma piccata di Forza Italia. Come chiariscono fonti azzurre, FI “si è detta disponibile a discutere con tutti i leader dei partiti della maggioranza che sostiene il governo solo della legge di Bilancio”. Mentre sul Quirinale “ha sempre detto che è assolutamente prematuro discuterne ora, che i due piani non possono e non debbono assolutamente essere sovrapposti e che il centrodestra sarà unito”. Su questo punto tuttavia la Meloni conferma la linea. “Noi stiamo insieme perché la visione è compatibile. Oltretutto noi di FdI non abbiamo un piano B delle alleanze. Abbiamo il limite della monogamia. Dunque noi possiamo andare a Palazzo Chigi solo con i nostri alleati di centrodestra”. Un altro riferimento tutt’altro che velato a FI che dialoga con il Pd.

Berlusconi vuole che Draghi governi anche oltre il 2023

Il punto – e qui casca l’asino – è che Berlusconi ha detto chiaramente che spera che Draghi governi anche oltre il 2023. Questo non solo perché se resterà a Palazzo Chigi non sarà in lizza per il Quirinale, ma anche perché il leader di FI forse sotto sotto non vuole premier né Meloni né Salvini. Ecco perché la leader di FdI dice fin da ora no a un altro governo tecnico nel caso Draghi salisse al Colle. Semmai lei e forse anche Salvini sosterranno la candidatura dell’attuale premier è per andare al voto anticipato. In tale ottica, sempre la Meloni ha fatto presente a Letta che si deve opporre alla riforma della legge elettorale in chiave proporzionale. Sistema che una Forza Italia ormai ai minimi invece non dovrebbe disdegnare. “Voi non siete piccoli”, dice la leader di FdI al segretario dem. “Per questo vi dovete opporre al proporzionale”.

Con la partita del Colle potrebbe finire il centrodestra

Il dato politico è che al di là dei desiderata della Meloni, che si sente abbastanza forte per andare al voto anticipato, la partita per il Colle farà da spartiacque in ogni caso. Perché la maggioranza, una volta concluso il romanzo Quirinale, dovrà fare carte false se vorrà restare unita a sostegno del governo Draghi o di un suo fidatissimo (come il ministro dell’Economia Franco). E Lega e FI in tal senso dovranno essere molto convincenti con FdI. Ecco perché forse con la partita del Quirinale – al di là delle bordate della Meloni a Berlusconi – è in gioco proprio la tenuta del centrodestra.

Adolfo Spezzaferro

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