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Video hard privati diffusi senza consenso: arriva proposta di legge per punire colpevoli

by Cristina Gauri
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Roma, 26 feb – D’ora in poi diffondere materiale sessualmente esplicito senza il consenso diretto della persona interessata potrebbe costituire un grave reato. Ci riferiamo al cosiddetto revenge porn, operato da coloro che, per vendicarsi di una persona ed essendo in possesso di materiale hard che la veda protagonista, decidono di condividerla online all’insaputa di quest’ultima.

La proposta

E’ dei Cinquestelle la proposta di legge, depositata al Senato, secondo la quale questo tipo di reato potrebbe essere punibile con “la reclusione da uno a cinque anni e la multa da 927 a 2mila euro“. La legge, se passasse, sarebbe quindi in grado di punire, per esempio,  i responsabili di casi come quello accaduto a Tiziana Cantone, la ragazza che, il 13 settembre 2016, si tolse la vita dopo la diffusione incontrollata sui social di un video hot che la vedeva come protagonista.

Le pene

Con la proposta pentastellata non verrebbe punito solo chi pubblica immagini o video senza consenso, ma anche coloro che li diffondono. Per questi ultimi, pena e multa sarebbero ridotte della metà. Il revenge porn, secondo alcuni “paragonabile a una vera e propria violenza sessuale” prevede anche “ipotesi aggravate” in ragione del “rapporto esistente tra autore e vittima”. La reclusione, infatti, sarebbe da due a sette anni e la multa da 1.500 a 3mila euro “nell’ipotesi in cui il fatto venga commesso dal coniuge, anche separato o divorziato, o da chi ha contratto un’unione civile, o da chi è legato alla persona offesa da una relazione affettiva o lo è stato nel passato“. Inoltre, se la diffusione di “immagini o video privati sessualmente espliciti provoca la morte della persona offesa” la reclusione andrebbe dai sei ai dodici anni e la multa da 10mila a 80mila euro.

Cristina Gauri

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1 commento

Luigi Zammitti 26 Febbraio 2019 - 6:10

Questione complessa. Diffondere immagini con contenuti sessuali per vendetta è certamente un atto odioso. Tuttavia limitare per legge la possibilità di pubblicare o divulgare un qualsiasi contenuto, anche sessuale, mi sa tanto di censura, di stato di polizia. Si comincia con i contenuti sessuali e si finisce con quelli politici. Meglio sarebbe tutelare la vittima in sede civile con un risarcimento in denaro.

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