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A Novate Milanese l’involuzione dell’antifascismo militante

by Giuseppe Maneggio
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Il gazebo elettorale di CasaPound Italia per Novate di domenica 11 maggio

Milano, 14 mag – Domenica scorsa le abituali e placide domeniche pomeriggio di Novate Milanese sono state scosse da tensioni nate tra i militanti di CasaPound e uno sparuto gruppo di antifascisti. Ancor prima di arrivare nella piazza dove era stato regolarmente autorizzato il gazebo elettorale di Cpi un comitato composto da centri sociali e sigle della sinistra radicale si era data appuntamento, con la vana speranza di coinvolgere la cittadinanza novatese, per protestare contro la presenza del movimento che candida Angela De Rosa a sindaco. Peccato che questo presidio non avesse ricevuto alcuna autorizzazione e che la normale frequentazione di un bar della via pedonale di Novate da parte degli antifascisti, si sia trasformata in un pretesto per aizzare i consueti e provocatori corifei che hanno accolto i militanti di CasaPound con urla sberleffi e l’intonazione dell’inflazionata “Bella Ciao”.

Gli animi, com’era lecito aspettarsi, si sono scaldati e i pochi metri che suddividevano gli antifascisti dai militanti di Cpi si sono ridotti a pochi centimetri con insulti e minacce da ambo le parti. Solo un piccolo manipolo di carabinieri si frapponeva fra i due gruppi. I ragazzi di CasaPound non si sono lasciati né intimorire né fatti soverchiare. Esprimevano perentoriamente il loro diritto ad esserci e a poter esercitare liberamente la campagna elettorale per il loro movimento che, com’era naturale attendersi, è stata, quella domenica, parzialmente guastata a causa proprio dalla presenza di chi non aveva alcuna liceità ad essere lì.

E’ dalla costituzione del gruppo consiliare di Cpi in quel di Novate che gli antifascisti non si danno pace. “Non capisco cosa gli sia successo a questa gente. Angela la conoscono tutti qui a Novate. Sino all’altro ieri, che era nelle liste del Pdl/Forza Italia, nessuno diceva niente. Adesso che è passata con CasaPound alla stessa gente è partito l’embolo”. Così il proprietario di un bar interpellato mentre si svolgevano i fatti di domenica scorsa. In effetti viene da pensare, ma poi comprendiamo che è l’idea dietro a questo movimento che rende isterici alcuni nostalgici residuati degli anni Settanta. Qui non c’è un Berlusconi da annichilire, qui c’è un’idea che non doveva essere cancellata e che CasaPound, per dirla alla Buttafuoco, ha riproposto in forma moderna, creativa, fantasiosa, allegra, scanzonata con un linguaggio proiettato sempre più in forma sofisticata e che hanno fatto di questo movimento la realtà in assoluto più eterodossa e meno riconducibile alle caricature dell’estrema destra.

Una delle scritte comparse nel centro di Novate Milanese

L’involuzione dell’antifascismo militante non si limita soltanto a questa mancata comprensione, ma travalica gli argini dell’umana sagacia per esondare nei consueti e desueti cliché che da quarant’anni ammorbano una parte della sinistra italiana. E così si viene accolti in quel di Novate da scritte ingiuriose, ma vecchie come il cucco, che paiono ricomparire da ingiallite fotografie degli anni Settanta se non addirittura dell’immediato dopoguerra. La sinistra antagonista e l’anima antifascista che la pervade è tutta qua. Ferma nel tempo, incapace di analizzare, affrontando e proponendo soluzioni alle problematiche del terzo millennio. Ancorata all’eterno contenzioso della lotta di classe e profondamente stolta nel non comprendere che le battaglie poste a capo dei diritti delle minoranze e degli allogeni non fanno altro che prestare un braccio, anzi due, al grande capitale.

Riottosi, incapaci di trovare una sintesi, oggi prestano il fianco ad un giovane greco che è stato capace di unire in un’unica lista le mille mila personalità e istanze che compongono la sinistra radicale. L’Altra Europa con Tsipras rischia però l’ennesima debacle elettorale qualora dovessero essere confermati i sondaggi che la danno al di sotto della soglia del 4%. Vedremo cosa ne resterà di questo progetto, quel che è certo è che a Novate a molti di loro il sonno è venuto meno e le lunghe notti non vengono trascorse nel tentativo di comprendere, proporre e contrastare con la forza delle idee, che evidentemente latitano, ma passate in giro ad imbrattare i muri.

Giuseppe Maneggio

 

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