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Dal rabbino all'imam, le confessioni religiose contro CasaPound a Trieste

by Davide Romano
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Trieste, 17 ott – “Siamo preoccupati che le giovani generazioni vengano ‘avvelenate’ dal diffondersi di ideologie contrarie al rispetto della dignità umana, all’armonia e all’unità dei popoli, portando nella società orrore e odio”. E’ una vera e propria levata di scudi contro CasaPound quella delle comunità religiose di Trieste. In una lettera firmata dal rabbino capo rav. Alexandre Meloni, dall’arcivescovo cattolico, Giampaolo Crepaldi, dall’imam, Nader Akkad, dall’archimandrita greco ortodosso, padre Gregorios Miliaris e dal Protopresbitero serbo ortodosso, Rasko Radovicil, è netta la presa di posizione contro il corteo di CasaPound previsto nel capoluogo giuliano il prossimo 3 novembre. 
La volontà da parte del movimento della tartaruga frecciata di celebrare il centenario della Vittoria nella Prima Guerra Mondiale, viene visto come un tentativo di instaurare “un clima di razzismo e intolleranza” e in particolar modo il rabbino Meloni invita i triestini a “lasciare la città deserta” durante il corteo. Nella lettera, nel tentativo (futile) di non calcare troppo la mano sul piano politico, i religiosi parlano del “diffondersi di ideologie contrarie al rispetto della dignità umana”, sottolineando appunto il carattere “non politico ma morale ed etico”, facendo riferimento “ai valori essenziali che ci accomunano tutti, di pace, fratellanza e rispetto che si è costruito nel tempo in questa città”.
Eppure un appello contro un corteo legittimamente autorizzato e organizzato da un movimento/partito che si candida regolarmente alle elezioni, suona chiaramente come una presa di posizione politica. Pur non utilizzando mai il termine “antifascismo” è li che la lettera-appello va a parare: “Siamo uniti nel ricordare che condividiamo e sosteniamo con fermezza tesi che si ispirino alla pace, all’uguaglianza e alla solidarietà. A mandare un messaggio chiaro, affinché la nostra città, nel giorno della festa laica e religiosa di Trieste, sia risparmiata da manifestazioni di ideologie che richiamano ad un passato tragico”. Una chiara ingerenza, quella dei religiosi, contro una manifestazione il cui scopo è la celebrazione della Vittoria nella Prima Guerra Mondiale e del sacrificio di chi è morto per la Patria. Questo sì, un patrimonio e un ricordo che dovrebbe essere comune a tutti gli italiani. 
Davide Romano

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3 comments

blackwater 17 Ottobre 2018 - 3:42

l’unico passato tragico a Trieste è stato quando quei maiali infami di tito,dopo aver cannibalizzato la nostra Patria di Istria e Dalmazia,stavano fagocitando anche la Città di Trieste; giusto per ricordare: la mattina del 26 Ottobre 1954 i Soldati Italiani rientravano in Città dopo dieci anni di assenza.
fine delle discussioni.

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max casi 17 Ottobre 2018 - 7:00

L’Italia ha vinto la prima guerra mondiale e in ricordo dei suoi caduti viene fatta una commemorazione. Piu che legittimo! Se a questi pseudoreligiosidistoCazzo non piace possono andare a c***re.

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Raffo 17 Ottobre 2018 - 10:33

Non voglio offendere nessuno, ma arcivescovo, iman,rabbino e quant’altro sono lo stesso volto del medesimo problema……….integralismo religioso allo stato puro,voglia , non proprio pacifica , di annientare i patrioti, ovvero chi non si omologa alle buffonate trite e ritrite di tipologia cattocomunista……..sono traditori pericolosi, guide sbagliate, uomini senza dignità……… Non voglio offendere chi crede in Dio,ma questi presunti pastori del niente e del nulla non sono portavoci di nessuna divinità e non rappresentano alcun tipo di messaggio benevolo o pacifico.

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