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Decreto lavoro, i sindacati pronti all’ennesimo sciopero da teatro

by Alberto Celletti
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Decreto lavoro sindacati

Roma, 4 mag – Sul Decreto lavoro i sindacati pensano, guarda un po’, allo sciopero. Le proteste, dirette alle misure ritenute insufficienti, potrebbero concentrarsi sulle grandi città. A prescindere dalle urla, si profila la solita iniziativa priva di sostanza ma tanto utile alla sinistra a radunare piazze e ad invocare rivoluzioni inesistenti.

Decreto lavoro, i sindacati pensano allo sciopero

Secondo quanto riporta il Giornale, la riflessione sarebbe in corso. Niente di definito, quindi. Anche se lo sciopero generale potrebbe arrivare. Al momento sono previste tre manifestazioni interregionali, sabato prossimo a Bologna, il 13 maggio a Milano e il 20 a Napoli. Non ci sarebbe manco da dire chi parteciperà. Pd e M5s, ovviamente, saranno in prima fila. Per quella che sarà la solita espressione pubblica di un colore politico, quello che volge – come sempre – al Nazareno. La sinistra, ovviamente, si eccita. Elly Schlein dichiara che “il decreto lavoro sarà contrastato in tutti i modi nelle aule parlamentari, e anche nelle piazze al fianco dei sindacati”, mentre Giuseppe Conte si scaglia “contro il decreto-precariato e lo smantellamento del Reddito di cittadinanza”. In ogni caso, con o senza sciopero, il solito teatrino è pronto per essere imbastito.

Salvini: “Vivono su Marte”. Poi tenta di ricucire

“Un sindacato che annuncia uno sciopero contro l’aumento degli stipendi non l’ho mai sentito nella storia dell’uomo. Conosco sindacati che protestano quando gli stipendi sono fermi, però quando c’è un governo, che può star simpatico o antipatico, che mette per tutto il 2023 in busta paga fino a 100 euro in più al mese voler fare opposizione al decreto è veramente surreale”. Queste sono le parole del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, secondo il quale gli stessi sindacati “vivono su Marte”. Poi però c’è l’apertura a un confronto diretto con l’esecutivo, perché “siccome io sono curioso per natura e non amo lo scontro, spero che Cgil, Cisl, Uil e Ugl vengano la settimana prossima al ministero a parlare di opere pubbliche”.

La realtà della situazione è ben più triste e incolore di quanto le inutili urla di sindacati e sinistra non dicano e di quanto lo stesso governo si vanti di fare. Una stagnazione economica che non saranno certamente 100 euro in più – peraltro temporanei – a cambiare, e che certamente i teatri dei fucsia non hanno – ovviamente – alcuna intenzione di smuovere, se non per sfruttare la posizione comoda di chi – in teoria – non siede sui banchi del governo.

Alberto Celletti

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fabio crociato 4 Maggio 2023 - 9:34

La foto rappresenta bene il sottosistema messo a riposo controllato del sistema stesso.

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