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Deficit al 2,4%: manovra salva. Tria cede, intesa Salvini-Di Maio

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 28 set – Alla fine il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha ceduto: deficit al 2,4% per tre anni. Vince l’asse Salvini-Di Maio e le misure economiche promesse in campagna elettorale da Lega e M5S finiscono nella manovra. Dopo un durissimo braccio di ferro con il custode dei cordoni del Tesoro, il governo giallo-verde ha trovato la quadra, con buona pace di Tria e di chi non voleva scontentare l’Ue. Immediata la reazione di Bruxelles che – tanto per cambiare – minaccia la bocciatura della legge di Bilancio con un deficit sopra il 2%.
“Accordo raggiunto con tutto il governo sul 2,4%. Siamo soddisfatti, è la Manovra del cambiamento”, sottolineano i leader di M5s e Lega. L’intesa è “anche con il ministro dell’Economia, Giovanni Tria”, assicura Salvini, “ci ho sempre creduto, l’Italia merita lavoro, coraggio, fiducia e speranza”. “Ragazzi oggi è un giorno storico! Oggi è cambiata l’Italia!“, esulta sul suo profilo Facebook Di Maio. “Abbiamo portato a casa la Manovra del Popolo – aggiunge il capo politico dei 5 Stelle – che per la prima volta nella storia di questo Paese cancella la povertà grazie al reddito di cittadinanza, per il quale ci sono 10 miliardi, e rilancia il mercato del lavoro anche attraverso la riforma dei centri per l’impiego”.
L’accordo arriva al termine di una giornata campale, decisiva per il futuro del governo. Aperta dalle voci – poi smentite da Di Maio – di una possibile richiesta di dimissioni del ministro dell’Economia, intenzionato a preservare ad ogni costo il deficit all’1,6%. Poi nel pomeriggio il vertice politico pre-Cdm, a cui inizialmente Tria non aveva preso parte. Il ministro a quanto pare ha voluto prima parlare della manovra con il premier Giuseppe Conte, senza confrontarsi con i due vicepremier. Alla fine, niente passo indietro del titolare del Tesoro – gesto che avrebbe avuto conseguenze gravi, che anche i vertici istituzionali (leggi Mattarella) hanno spinto per evitare – e accordo allo scadere dei termini (ieri era l’ultimo giorno per presentare la Nota di aggiornamento del Def) con cui è stato fissato al 2,4% il rapporto deficit-Pil per i prossimi tre anni.
Ora ci sono le coperture per le misure-bandiera dei 5 Stelle e della Lega: reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni. “Con il 2% avremmo fatto una riforma incompleta sulla Fornero, non potevamo permettercelo”, spiegano fonti parlamentari del Carroccio. Ma con lo sforamento dei vincoli di bilancio è possibile il superamento della Fornero. E ci sono i 10 miliardi per il reddito di cittadinanza e pure il fondo da 1,5 miliardi per le vittime delle banche.
“Tasse abbassate al 15% per più di un milione di lavoratori italiani, diritto alla pensione per almeno 400mila persone e altrettanti posti di lavoro a disposizione dei nostri giovani superando la legge Fornero, chiusura delle cartelle di Equitalia, investimenti per scuole, strade e Comuni. Nessun aumento dell’Iva. Pienamente soddisfatto degli obiettivi raggiunti”. Il vicepremier Salvini esulta per gli “obiettivi raggiunti”. ” Chi ha lavorato una vita – aggiunge il vicepremier Di Maio – ora potrà finalmente andare in pensione liberando posti di lavoro per i nostri giovani, non più costretti a lasciare il nostro Paese per avere un’opportunità”. Oltre al superamento della legge Fornero, il governo inserirà nella manovra economica anche la pensione di cittadinanza che alzerà la minima a 780 euro.
Il senso della vittoria (almeno per adesso) della politica sui tecnici e sui burocrati è nelle parole di Di Maio: “Per la prima volta lo Stato è dalla parte dei cittadini. Per la prima volta non toglie, ma dà. Gli ultimi sono finalmente al primo posto perché abbiamo sacrificato i privilegi e gli interessi dei potenti”. “Sono felice – chiosa Di Maio – insieme abbiamo dimostrato che cambiare il Paese si può e che i soldi ci sono”.
Per adesso la speculazione finanziaria anti-italiana sta cavalcando il malcontento dell’Ue, con lo spread a 260 punti e Piazza Affari in rosso. Ma è tutta questione di soldi: se sostenere l’Italia che fa deficit per smuovere l’economia è più redditizio, i mercati si calmeranno.
Adolfo Spezzaferro

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Giorgio 28 Settembre 2018 - 10:21

Non è semplice giudicare e valutare le misure contenute nella “manovra”. Quello che invece è facile è vedere la disgustosa ipocrisia dell’informazione a senso unico che rimpiange i governi Monti, Renzi, Gentiloni ed al limite i Berlusconi I, II, III….
Ricordiamoci che se questo è per la stampa un governo di barbari, ignorantoni, giallo verde, rosso bruno, fascio populista ecc. quelli di prima erano i governi della ministra fedeli, polito, boschi dell’importa/traffica schiavi alfano, dei ministri delle finanze sobri ed eurosudditi che con decreto legge -di notte- hanno elargito dieci miliardi alla banca del pd, che hanno permesso una intrusione della cei e vaticano umiliante ed anacronistica, della parziale distruzione e svendita di un patrimonio di tutele sociali e del lavoro costruito da dopo la prima guerra mondiale, dell’avvilimento delle speranze dei giovani che vogliono trovare in questo Stato il loro futuro.

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