Home » Dl Salvini. Ecco punto per punto la stretta su immigrazione e sicurezza

Dl Salvini. Ecco punto per punto la stretta su immigrazione e sicurezza

by Adolfo Spezzaferro
1 commento

Roma, 28 nov – La Camera dei deputati ieri ha approvato la fiducia al decreto Sicurezza e immigrazione con 336 sì. Il testo però non è ancora legge: il voto finale è atteso per oggi.
Troppi si sono arricchiti per troppo tempo con il business dei clandestini. Con il decreto Salvini per i ‘finti buoni’ dell’accoglienza la pacchia è finita. A sinistra si agitano e protestano? Bene. Abbiamo solo cominciato a rimediare al disastro causato al Paese dai loro governi”. Così su twitter il ministro dell’Interno Matteo Salvini saluta la quasi approvazione del decreto. Ovviamente, invece, Pd e sinistre varie si stracciano le vesti: “E’ peggio della Bossi-Fini”, “è una legge razzista”, e così via.
Immigrazione, sicurezza pubblica, organizzazione del ministero dell’Interno e dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati o confiscati alla criminalità organizzata. Sono questi i tre filoni centrali del decreto Salvini.
Vediamo nel dettaglio quali sono le novità più importanti introdotte.
Viene cancellato il permesso di soggiorno per motivi umanitari (articolo 1), che aveva la durata di due anni e consentiva l’accesso al lavoro, al servizio sanitario nazionale, all’assistenza sociale e all’edilizia residenziale. Al suo posto vengono introdotti permessi per “protezione speciale” (un anno), “per calamità naturale nel Paese di origine” (sei mesi), “per condizioni di salute gravi” (un anno), “per atti di particolare valore civile” e “per casi speciali” (vittime di violenza grave o sfruttamento lavorativo).
La durata massima del trattenimento degli immigrati nei Centri di permanenza per il rimpatrio viene allungata (articolo 2) dagli attuali 90 a 180 giorni, periodo ritenuto necessario all’accertamento dell’identità e della nazionalità dell’immigrato.
Aumentano i soldi per rimandare a casa chi preferisce non restare. L’articolo 6 assegna al Fondo rimpatri del Viminale le somme stanziate con la legge di Bilancio per programmi di rimpatrio volontario assistito: 500 mila euro per il 2018, un milione e mezzo per il 2019, un milione e e mezzo per il 2020.
E’ giro di vite sui reati degli immigrati. Il diniego della protezione internazionale scatta nel caso di condanna definitiva (articolo 7) anche per i reati di violenza sessuale, spaccio di droga, rapina ed estorsione. Tra i reati di “particolare allarme sociale” sono inclusi la mutilazione dei genitali femminili, la resistenza a pubblico ufficiale, le lesioni personali gravi, le lesioni gravi a pubblico ufficiale in servizio di ordine pubblico, il furto aggravato dal porto di armi o narcotici.
È prevista l’adozione, con decreto del Viminale, di una lista dei Paesi di origine ritenuti sicuri, al fine di accelerare la procedura di esame delle domande di protezione internazionale delle persone che provengono da uno di questi Paesi.
E’ stretta anche sui richiedenti asilo. Il decreto (articolo 8) dispone la revoca della protezione umanitaria ai profughi che rientrano senza “gravi e comprovati motivi” nel Paese di origine, una volta presentata richiesta di asilo.
Gli articoli 20 e 21 disciplinano l’applicazione del cosiddetto Daspo (Divieto di accedere alle manifestazioni sportive): viene esteso anche agli indiziati per reati di terrorismo, anche internazionale, e di altri reati contro lo Stato e l’ordine pubblico e sarà applicabile anche in aree destinate allo svolgimento di fiere, mercati e pubblici spettacoli, oltre che negli ospedali e nei presidi sanitari.
Viene reintrodotto il reato di blocco stradale (compresa anche l’ostruzione o l’ingombro dei binari), oggi sanzionato come illecito amministrativo. Mentre si inaspriscono le pene per le occupazioni illegali: “l’invasione di terreni o edifici” viene punita con la reclusione fino a due anni, raddoppiati a quattro se commessa da cinque o più persone.
Vengono incrementate di cinque milioni di euro le risorse per le Commissioni incaricate di gestire gli enti sciolti per mafia (articolo 29) e viene rivista l’organizzazione dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Liberalizzata la vendita dei beni sequestrati ai mafiosi anche ai privati, ma con rigorosi controlli a garanzia che il bene non torni nelle mani dei criminali.
Aumentano gli stipendi dei Vigili del fuoco (5,9 milioni per il 2019 e 5 milioni a decorrere dal 2020). Verrà inoltre istituito presso il ministero dell’Economia un Fondo per i provvedimenti normativi di riordino dei ruoli del personale delle forze di polizia e forze armate.
Cambia l’iter per accelerare l’esame delle domande di protezione internazionale. Il questore dà comunicazione alla Commissione competente nel caso in cui il richiedente sia indagato o sia stato condannato, anche con sentenza non definitiva, per uno dei reati riconosciuti di particolare gravità. L’eventuale ricorso non sospende l’efficacia del diniego.
L’articolo 12 ridisegna lo Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati gestito insieme con i Comuni. Potranno accedervi soltanto i titolari di protezione internazionale e i minori stranieri non accompagnati. Per snellire le procedure di registrazione e gestione degli immigrati, vengono istituite a partire dal primo gennaio 2019 dieci nuove Commissioni territoriali per l’esame delle domande.
Giro di vite sulla cittadinanza italiana. La revoca (articolo 14) scatta anche per i colpevoli di reati con finalità di terrorismo o eversione dell’ordinamento costituzionale. Tempi raddoppiati (quattro anni) per la concessione della cittadinanza per matrimonio e per residenza. Viene meno, inoltre, (articolo 15) la possibilità del gratuito patrocinio nei casi in cui il ricorso dell’immigrato contro il diniego della protezione sia dichiarato improcedibile o inammissibile.
Stretta anche sui maltrattamenti in famiglia e gli atti persecutori (stalking): per questi reati potrà essere applicata la misura dell’allontanamento dalla casa familiare con controllo mediante il braccialetto elettronico.
Al fine di ridurre il rischio di attentati con veicoli lanciati sulla folla, i gestori delle attività di autonoleggio saranno tenuti a comunicare – alla stipula del contratto e comunque con “congruo anticipo” rispetto alla consegna – i dati identificativi dei clienti alle forze di polizia per i controlli incrociati nelle banche dati.
È estesa alle polizie locali di comuni con più di centomila abitanti la sperimentazione delle “armi ad impulsi elettrici”, i cosiddetti taser. I vigili urbani impegnati in controlli stradali potranno anche accedere alle banche dati delle forze dell’ordine per verifiche dell’identità.
Arriva il reato di “esercizio molesto dell’accattonaggio” (fino a sei mesi che aumenta a tre anni nel caso si impieghino minori) e sanzioni più aspre per i parcheggiatori abusivi: in caso di utilizzo di minori o di recidiva scatta l’arresto e si rischia un anno di carcere.
Infine, viene incrementata la contribuzione delle società di calcio per l’ordine pubblico durante le partite. Soglia minima al 5% e al massimo al 10% dei ricavi della vendita dei biglietti da investire in sicurezza.
Adolfo Spezzaferro

You may also like

1 commento

Stefano 28 Novembre 2018 - 5:30

“Aumentano i soldi per rimandare a casa chi preferisce non restare. L’articolo 6 assegna al Fondo rimpatri del Viminale le somme stanziate con la legge di Bilancio per programmi di rimpatrio volontario assistito: 500 mila euro per il 2018, un milione e mezzo per il 2019, un milione e e mezzo per il 2020.” Considerando che in Italia ci sono almeno 600.000 clandestini, questa è la rinuncia ai rimpatri! Calcolando il costo di un viaggio, qui il Governo prevede solo 500 rimpatri per il 2018! E’ una barzelletta? Lo stanziamento dovrebbe essere centuplicato, solo per iniziare e lanciare un messaggio chiaro!

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati