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Fisco e salari, sindacati pronti alle ennesime (e inutili) manifestazioni a maggio

by Alberto Celletti
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Roma, 5 apr – I principali sindacati sono pronti alle manifestazioni per protestare sulla situazione del fisco e dei salari. Ci risiamo: Cgil, Cisl e Uil sul piede di guerra. Quella combattuta con le pistole a salve, però.

I sindacati e le manifestazioni di maggio

Si muovono insieme, Cgil, Cisl e Uil, a maggio e ad aprile, tra assemblee nei luoghi di lavoro e le tre manifestazioni previste a maggio prima a Bologna il 6, poi a Milano il 13 e infine a Napoli il 20. Secondo gli organizzatori le manifestazioni intendono “sostenere le richieste unitarie avanzate da Cgil, Cisl e Uil e dalle categorie nei confronti del governo e del sistema delle imprese al fine di ottenere un cambiamento delle politiche industriali, economiche, sociali e occupazionali, e concreti risultati”. Ci sono i soliti slogan, ovviamente basati su problemi reali, come le proteste contro le morti sul lavoro e i contrasti alla precarietà. Si chiedono “politiche industriali e d`investimento condivise con il mondo del lavoro per negoziare la transizione ambientale e digitale, realizzando un nuovo modello di sviluppo con particolare attenzione al Mezzogiorno e puntando alla piena occupazione”.

La tristezza di mobilitazioni futili

Tante belle parole (e neanche sempre), ma di concretezza c’è davvero poco. I sindacati italiani si oppongono quando è previsto che si oppongano e non aprono bocca quando dovrebbero. E i loro riscontri sono pressoché nulli. Dunque non può non suscitare imbarazzo l’ennesima mobilitazione per il nulla contro il nulla. D’altronde, quanto le strutture che teoricamente dovrebbero difendere gli interessi dei lavoratori siano davvero pronte a farlo, lo abbiamo visto nell’epoca del Covid. Per maggio si prepara l’ennesimo teatrino senza alcun tipo di riscontro nella realtà. Se non quello – al massimo – di premere un po’ contro il governo di centrodestra e di lanciare qualche slogan antifascista. Giusto per non perdere mai l’originalità. In compenso un risultato è certo: quello del boom della vendita di cappellini marchiati Cgil.

Alberto Celletti

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