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G222 USA e getta: l’ennesimo smacco per l’aerospazio italiano

by Cesare Garandana
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G-222-AfghanistanKabul, 13 ott. – In questi giorni, operatori della US Defense Logistic Agency stanno smantellando i 16 aerei cargo G-222 (C-27J) ex Aeronautica militare italiani acquisiti dagli Stati Uniti da Alenia North America (Alenia Aermacchi) per equipaggiare le forze aeree afghane. La smantellazione avviene a seguito della cancellazione del contratto (del valore di oltre 596 milioni di dollari) da parte di Washington alla fine del 2012. Secondo la Casa Bianca infatti a causa di “carenze logistiche” e di “scarse disponibilità dei pezzi di ricambio” gli afgani avrebbero espresso una preferenza per i velivoli Antonov 32 e Antonov 26.

Curiosamente però in questi giorni circola una notizia secondo cui il futuro assetto della componente cargo delle forze aeree afghane che sarà incentrata su 4 Lockheed Martin C-130H radiati dall’Usaf e già consegnati. Ma come, non si era espressa preferenza per gli ex velivoli sovietici? Tale scelta risulta ancora più “curiosa” se si considera che i velivoli statunitensi sono molto più costosi ed onerosi dal punto di vista del mantenimento.

AlanWarnes1526637_-_mainL’amministrazione Obama ha inoltre tagliato tutte le commesse italiane fra cui il contratto per l’elicottero presidenziale che si era aggiudicata Agusta Westland. La notizia, purtroppo, ha destato più polemiche negli States che in casa nostra dato che, oltre ai danni causati alle nostre industrie, sono stati letteralmente buttati diversi miliardi del contribuente americano.

Ci chiediamo dunque quale sia l’utilità di questa collaborazione (che evidentemente tale non è) se da un lato ci viene imposto, fra mille polemiche, incertezze ed anche non pochi rischi per le nostre industrie un velivolo come l’ F-35 dall’altro ci viene impedito ogni sbocco nel mercato statunitense a causa di un’evidente protezionismo. Lo abbiamo ripetuto più volte sulle pagine di questo giornale, ma non ci stancheremo mai di ripeterlo: le collaborazioni si fanno tra pari, altrimenti il termine corretto è sudditanza.

Cesare Dragandana

 

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