Curiosamente però in questi giorni circola una notizia secondo cui il futuro assetto della componente cargo delle forze aeree afghane che sarà incentrata su 4 Lockheed Martin C-130H radiati dall’Usaf e già consegnati. Ma come, non si era espressa preferenza per gli ex velivoli sovietici? Tale scelta risulta ancora più “curiosa” se si considera che i velivoli statunitensi sono molto più costosi ed onerosi dal punto di vista del mantenimento.
L’amministrazione Obama ha inoltre tagliato tutte le commesse italiane fra cui il contratto per l’elicottero presidenziale che si era aggiudicata Agusta Westland. La notizia, purtroppo, ha destato più polemiche negli States che in casa nostra dato che, oltre ai danni causati alle nostre industrie, sono stati letteralmente buttati diversi miliardi del contribuente americano.
Ci chiediamo dunque quale sia l’utilità di questa collaborazione (che evidentemente tale non è) se da un lato ci viene imposto, fra mille polemiche, incertezze ed anche non pochi rischi per le nostre industrie un velivolo come l’ F-35 dall’altro ci viene impedito ogni sbocco nel mercato statunitense a causa di un’evidente protezionismo. Lo abbiamo ripetuto più volte sulle pagine di questo giornale, ma non ci stancheremo mai di ripeterlo: le collaborazioni si fanno tra pari, altrimenti il termine corretto è sudditanza.
Cesare Dragandana