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Governo, vertice Lega-M5S alla Camera. Di Maio: "Convergenza su flat tax e conflitto d'interessi"

by La Redazione
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­Roma, 11 mag – I lavori per la formazione del governo giallo-verde procedono spediti. Il leader della Lega, Matteo Salvini, è arrivato alla Camera dove dovrebbe avere un nuovo incontro con il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, arrivato a Montecitorio da una mezz’ora.
Sono per chiudere il prima possibile: più tardi mi vedo con Di Maio. Parlo dopo”, aveva anticipato in precedenza lo stesso leader della Lega lasciando il suo ufficio al gruppo del Senato.
Con Matteo Salvini “portiamo avanti i temi del contratto di governo. Il nostro obiettivo è portare avanti quanti più punti possibili per gli italiani, se riusciamo bene, sennò si torna al voto“. Così ha sostenuto il capo politico del M5S, Luigi Di Maio, arrivando a Montecitorio. “Stiamo parlando del contratto di governo alla tedesca che dovremmo firmare davanti agli italiani” – ha aggiunto, spiegando che con la Lega “per ora ci sono ampie convergenze sul reddito di cittadinanza, il conflitto d’interessi, sulla tassazione della flat tax. Ci sono tante buone cose da fare…”. In merito alla scelta del premier, invece, “non c’è ancora una discussione sui nomi”, ha affermato Di Maio, smentendo con una smorfia e un gesto delle mani il nome, circolato in queste ore, di Giampiero Massolo.
Se tutto va secondo i piani, lunedì Mattarella darà l’incarico al premier, entro la settimana ci sarà il giuramento dei ministri.
Resta il nodo Forza Italia. A tal proposito, dopo il vertice con Di Maio, Salvini vedrà in serata a Milano Silvio Berlusconi.
“Saremo all’opposizione. E non sarà un’opposizione benevola, ma costruttiva. Ovvero incalzeremo il governo sui temi cari al centrodestra e faremo sentire forte la nostra voce. Siamo il secondo gruppo più forte al Senato”, assicura Paolo Romani.
Sulla stessa linea Licia Ronzulli: “Faremo all’opposizione quello che abbiamo fatto al governo, ovvero portare avanti e sostenere provvedimenti che vadano nella direzione di abbassare le tasse, aumentare la sicurezza dei cittadini, rilanciare l’economia e l’occupazione, fermare l’immigrazione clandestina, aiutare i troppi connazionali che sono in condizioni di povertà assoluta e relativa”. Per Renato Brunetta, invece, “il governo che sta per nascere è poco affidabile per gli investitori esteri”.
Sul fronte del toto-nomi, a quanto pare, il governo giallo-verde avrà “una squadra snella, al massimo ci saranno venti ministri”, come ha detto al Corriere della Sera Vincenzo Spadafora, braccio destro di Di Maio. “Ci saranno ministeri senza portafoglio per realizzare temi centrali, proposti in campagna elettorale”.
Sul fronte dell’emergenza immigrazione clandestina, cara a Salvini: “Riteniamo che la gestione dei flussi, l’accoglienza, le responsabilità e gli oneri debbano essere condivisi equamente tra gli Stati Ue in base a parametri oggettivi e quantificabili”, spiega Spadafora, “Vogliamo riformare con i nostri partner europei il Regolamento di Dublino e sottoscrivere accordi bilaterali per i rimpatri”. Per quanto riguarda l’Europa, M5S e Lega sembrano più moderati: “Vogliamo restare nell’euro e nell’Europa“, assicura il grillino, “Ribadiamo però la necessità di mettere in discussione alcuni trattati e soprattutto dobbiamo avere in Europa una posizione politica autorevole da Paese importante quale siamo”.
Per quanto riguarda il toto-nomi, “Ovviamente i due vincitori di queste elezioni avranno un importante ruolo di indirizzo”, dice Spadafora. Ma nessuno dei due sarà premier, per cui stanno ragionando su una figura terza. Scartata l’ipotesi Giancarlo Giorgetti (i 5 Stelle hanno detto no), gira il nome di Giampiero Massolo, ambasciatore e presidente di Fincantieri, nonché capo della segreteria nel primo governo Berlusconi e con incarichi importanti anche sotto Prodi (che però, come abbiamo scritto, non piace a Di Maio). Restano in lizza Carlo Cottarelli, Enrico Giovannini.
A Matteo Salvini dovrebbe andare il ministero degli Interni, mentre Luigi Di Maio andrebbe agli Esteri. Spuntano ora anche i nomi di Giulia Bongiorno o Alfonso Bonafede (alla Giustizia) e Claudio Borghi o Armando Siri (ministero dell’Economia). Ai grillini andrebbe anche lo Sviluppo economico con Lorenzo Fioravanti, i rapporti per il Parlamento (Riccardo Fraccaro) e il Lavoro (Pasquale Tridico), mentre Roberto Calderoli potrebbe essere nominato alle Riforme. Non manca qualche nome che possa garantire l’appoggio esterno di Fratelli d’Italia. In tal senso si parla di un incarico alla Difesa per Guido Crosetto.

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3 comments

paleolibertario 11 Maggio 2018 - 1:54

Per me le priorità sono: stop all’immigrazione e rimpatrio forzato, diminuzione delle tasse, legittima difesa. Circa il Jobs Act: deve restare la possibilità di licenziare e di assumere a tempo determinato. Poi occorre tagliare la spesa pubblica, altrimenti lasciamo (egoisticamente) un debito enorme ai nostri discendenti. Mi auguro infine che i 5 Stelle non si siano imborghesiti e che, assieme alla Lega, alzino la voce nella putrida UE.

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Tony 11 Maggio 2018 - 2:51

…con ”gli esteri” dovranno svincolarsi dall’abbraccio asfissiante di USA/Israele….e allacciare un accordo di scambi con Putin..militari e di affari..

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Tony 11 Maggio 2018 - 2:57

…aggiungo..dovremmo avere delle nostre capacità offensive/difensive …..possedere armamenti nucleari.,

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