Bruxelles, 5 mar – L’Europa continua a dire che l’Italia non funziona, rimproverando costantemente l’ingrato “figliol prodigo” che non segue i consigli, ne tantomeno soddisfa le aspettativa, della madre amorevole.
La Commissione Europea ha recentemente dichiarato che l’Italia presenta “squilibri macroeconomici eccessivi” che richiederà un “monitoraggio speciale”. L’UE ci rimprovera un “debito alto, scarsa competitività, aggiustamento strutturale insufficiente”. Curioso che una madre così amorevole non si ponga dubbi circa la propria responsabilità nel vedere che un suo figlio soffre, ma in fondo basta pensare al caso marò ed ogni dubbio svanisce.
Infatti, nella sua “analisi approfondita”condotta su 17 nazioni, l’Europa ci rinchiude insieme a Croazia e Slovenia nel ghetto dei paesi con “gravi squilibri. “L’Italia deve affrontare il livello molto alto del debito e la debole competitività esterna, entrambi radicati nella protratta lenta crescita della produttività e richiedono politiche urgenti”, ribadendo, tanto per cambiare, che occorre una “azione decisiva per ridurre il rischio di effetti avversi sul funzionamento dell’economia italiana e della zona euro”. Certo non ci voleva un team di esperti per comprendere che “il debito elevato mette un grande peso sull’economia, in particolare nel contesto di cronica crescita debole e inflazione sommessa”, gli italiani lo provano quotidianamente sulla loro pelle.
Questo però non interessa all’Europa, nei suoi discorsi trapela infatti il suo esclusivo interesse: il profitto. Secondo lei infatti l’obbiettivo che ci dovremmo prefiggere è il mantenimento di “un avanzo primario molto alto – sopra la media storica – e una robusta crescita del pil per un periodo prolungato, entrambi però necessari a mettere il debito su un percorso discendente”. Ma siccome l’Italia non sembra appagare questa aspettativa la Commissione compirà un monitoraggio specifico delle politiche raccomandate all’Italia dal Consiglio nell’ambito del Semestre europeo e farà regolari rapporti all’Eurogruppo e al Consiglio.”
Il messaggio è chiaro e lo ribadisce anche il commissario agli affari economici, Olli Rehn, affermando quando invita “il nuovo governo ad affrontare gli squilibri che richiedono urgenti politiche e a fare le riforme per rafforzare crescita e occupazione”.
Lanciando tutti questi messaggi però, l’Europa lascia inascoltati tutti i moniti che il popolo italiano gli sta lanciando. La sua fortuna, finché dura, è che a fare da filtro c’è una classe politica succube e servile.
Cesare Dragandana