Palermo, 3 apr – La domanda sorge spontanea: perché il duo “populista” Salvini-Meloni a Palermo ha deciso di appoggiare un candidato sindaco come Ismaele La Vardera, dopo che quest’ultimo poco più di un mese fa gli aveva sbattuto la porta in faccia dichiarandosi “favorevole all’accoglienza”? La risposta è semplice: per dirla con eleganza sono tutti “con il culo per terra”, politicamente sono l’uno per l’altro l’ultima spiaggia. Ma chi è questo ambizioso ragazzo di soli 23 anni? Ismaele La Vardera è salito agli onori delle cronache un paio di anni fa grazie ad una dichiarazione “rubata” (registrata di nascosto con il suo telefonino) a Licciardi, consigliere comunale di Villabate, riguardante dei brogli elettorali, mandata in onda dall’emittente locale di Pino Maniaci Telejato, con cui La Vardera collaborava. Della faccenda se ne interessarono anche Le Iene che lanciarono Ismaele con il servizio “Un ventunenne contro l’omertà politica”. Da lì la collaborazione con un altro programma di Italia Uno “Open Space”” e l’inizio della carriera di “Saviano dei poveri” per La Vardera, che in qualità di presidente dell'”Associazione Nazionale Verità Scomode” ha iniziato a girare le scuole, interpretando la parte del “giovane contro la mafia”.
Ismaele La Vardera è un membro della chiesa evangelica di Palermo, nel suo video elettorale non dimentica di menzionare Gesù e sul suo profilo Facebook appaiono le immagini delle riunioni del team elettorale svolte nei locali della chiesa. Con l’avvicinarsi delle amministrative palermitane La Vardera decide dunque di candidarsi a sindaco di Palermo, annunciandolo in un video dove sembra quasi che lo faccia controvoglia (o che ci stia facendo un favore). A sostenerlo inizialmente, oltre ai suoi compagni di fede protestante, i vari comitati civici (proprio loro sembra gli avessero di candidarsi), che però ora si sono buttati su Fabrizio Ferrandelli, ex deputato Pd e ora candidato autonomo con l’appoggio di Forza Italia. Abbandonato dai comitati, Ismaele ha rivalutato la proposta di Salvini e Meloni, rivedendo le sue posizioni, risalenti al 19 febbraio scorso, in cui rispediva al mittente il “corteggiamento” del segretario del Carrioccio: “quel ciuffo rosso che ti piace tanto nasconde le mie radici normanne, perché la mia terra è così unica grazie ai tanti popoli che l’hanno invasa (…) ti invito a vivere Palermo, la città di Aziz che taglia il pane o di Arem che vende i cd a 5 euro, la città di Mario Sedia che con la sua arcidiocesi da ospitalità a tantissimi profughi. Io credo nell’accoglienza dei nostri fratelli che fuggono dalla fame e dalla guerra. Accettare il tuo corteggiamento sarebbe per me politicamente conveniente, ma ho un’etica e una fede che mi impediscono di accettare certe logiche”.
Una Boldrini con il ciuffo rosso e l’accento siciliano, che per giustificare l’accordo con Salvini e Meloni ha realizzato un video in cui incontra a Roma il duo “populista”, in cui si farfugliano cose tipo “la freschezza di un giovane” e “anche Paolo Borsellino aveva 23 anni quando divenne magistrato”, dove tutto finisce in “caciara” per evitare di parlare di programmi che o sono incompatibili o non esistono. I suoi fan su Facebook che avevano creduto alla storiella messa in piedi dal candidato evangelico del “piccolo Davide contro i Golia della politica” l’hanno ricoperto di insulti in stile “venduto” o “sei come gli altri” (i più morbidi). Salvini e Meloni non sapevano che pesci pigliare, visto che l’idea di un candidato unitario del centrodestra è saltata dopo che Forza Italia ha puntato sull’ex Pd Ferrandelli. A quel punto con Fratelli d’Italia ai minimi termini (nemmeno in grado di raccogliere le firme e riempire la lista) e Noi con Salvini semi inesistente (e diviso addirittura in correnti), si è deciso di fare una lista unica e di sostenere per sindaco un quasi signor nessuno come la Vardera, che sull’accoglienza ha posizioni più o meno identiche a quelle di un monsignor Galantino di turno.
Completamente scartata l’ipotesi di una pista “interna” per Ncs con Francesco Vozza, responsabile cittadino di Ncs che da un paio d’anni prova ad imitare Salvini in tutto e per tutto, solo che invece di pubblicare su Facebook i pizzoccheri alla valtellinese come “il capitano”, mostra ai suoi fan i cannoli della “tradizione” che mangia con orgoglio. Anche i suoi fan sui social, il doppio di La Vardera, sono andati su tutte le furie dopo l’annuncio dell’appoggio al candidato pro accoglienza. E così i “sovranisti de ‘noantri” ancora una volta vivranno un turno di amministrative all’insegna dell’inciucio, dell’incoerenza e della totale assenza di coraggio politico, come dimostra anche la scelta a Genova di sostenere un candidato “alfaniano”. Altro che lepenisti, qui tutti aspettano il 2018 per il mega “biscotto” da gustare insieme a papi Silvio Berlusconi. E pensare che la Le Pen, al netto pure dell’annacquamento targato “dediabolisation”, sta conducendo una campagna elettorale al motto di “fuori dalla Nato e fuori dalla Ue”. Pur con tutti i distinguo del caso, un paragone tra Marine e i “sovranisti de ‘noantri” appare sempre più impietoso.
Davide Di Stefano