Roma, 10 gen – Se Matteo Piantedosi parla in un certo modo di sbarchi, è impossibile non metterlo all’indice. E così fa il ministro dell’Interno nelle dichiarazioni riprese da Agenzia Nova sul tema dell’immigrazione clandestina. Un ambito in cui il governo – speriamo soltanto per ora – sta ottenendo magri se non nulli risultati.
Piantedosi sugli sbarchi: “Curva in calo nei primi due mesi di governo”
Secondo Piantedosi, sugli sbarchi, “i primi due mesi di azione di questo governo hanno fatto segnare una flessione della curva di crescita” degli sbarchi di clandestini. Inoltre, “rispetto all’anno precedente: un qualche segnale lo abbiamo lanciato”. Il ministro dell’Interno interviene così nel corso della trasmissione L’aria che tira, su La7. Un tentativo di giustificazione dei numeri piuttosto grossi di arrivi, poi, Piantedosi ha tentato di imbastirlo parlando del clima non particolarmente freddo data la stagione, indubbiamente un incentivo alle partenze. Poi ha aggiunto: “Vogliamo gestire noi questo fenomeno e non possiamo permettere a navi private di sostituirsi allo Stato. Ci siamo mossi in linea con le convezioni internazionali: non neghiamo i salvataggi, non neghiamo che le persone vengano portare a terra ma cerchiamo di dare un quadro di regole”. Caro ministro, gestire l’immigrazionismo al posto di scafisti ed Ong non è che sia molto diverso: non possiamo sostenere che questa sia la strada, chiaramente. Ma il ragionamento sembra improntato al classico “legalizziamo tutti per eliminare l’illegalità”.
Il 2023 è un disastro: sarebbe stato meglio un dignitoso silenzio
Tutti speriamo di cuore che la situazione cambi. E ci rendiamo conto che pochi mesi di governo siano pochi. Ma per quanto siano comprensibili tanto la pressione a cui è soggetto un dicastero importante come quello dell’Interno, che la necessità di presentare risultati da “vantare” il prima possibile, le dichiarazioni vanno pesate e ponderate con attenzione. Non è il momento di fare la voce grossa, perché per alzarla non c’è nessun appoggio. Il 2023 degli sbarchi clandestini è partito in modo raccapricciante, come dimostrano i dati che noi stessi abbiamo pubblicato. Sarebbe più onorevole, in questo momento, lavorare in silenzio. Anche perché a lavorare in silenzio non c’è nulla di male.
Alberto Celletti