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Piantedosi, il ministro della Debolezza e dell’Ignavia

by Stelio Fergola
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Matteo Piantedosi

Roma, 11 gen – Matteo Piantedosi è il ministro della Debolezza e dell’Ignavia. Non che crediamo che il titolare del dicastero serbi dentro di sé chissà quali ideali (non leggiamo nel pensiero e non abbiamo il tempo di impelagarci in operazioni “paranormali”) ma se c’è una costante, in questo triste governo, sta sicuramente lì. Il caso inventato di Acca Larenzia lo evidenzia con maggiore enfasi, sebbene già agli esordi il personaggio in questione avesse mostrato la pasta estremamente molle di cui era fatto.

Piantedosi, ministro della Debolezza e dell’Ignavia

Totalmente succube degli eventi, il Piantedosi ministro della Debolezza e dell’Ignavia si è manifestato ancora una volta per ciò che è. In ogni occasione in cui è stato messo sotto pressione, Piantedosi ha sempre assecondato i capricci della sinistra. Come quando definì il “nazifascismo” (peraltro, fenomeno ideologico completamente inventato, storia alla mano) paragonabile alla mafia. O come quando, nel pieno della polemica su una presunta “rigidità” nel contrasto all’immigrazione clandestina che non lo ha mai contraddistinto (purtroppo) quasi “invitò” i clandestini a venire in Italia assicurando che sarebbero state le autorità italiane a venirli a prendere (questo nell’ottica di un presunto contrasto alle attività delle Ong). O come quando, subito dopo la polemica su Acca Larenzia, era riuscito ancora una volta a fare del cerchiobottismo spicciolo, descrivendo le immagini  provenienti dal luogo romano della commemorazione come quelacosa che “suscita indignazione”, che però non sarebbe da vietare in quanto “controproducente”. Un concetto ribadito ieri durante l’assurda interrogazione parlamentare svoltasi in seguito alle vergognose violenze verbali del Pd di Elly Schlein, incapace di affrontare la politica corrente e allora ben pronto a buttarsi a capofitto su questioni del passato.

Una sequela infinta di timidezze, subordinazioni e assecondamenti che si riflette benissimo – anzi, malissimo –  sui risultati del suo operato: disastrosi, senza troppi peli sulla lingua. Regolamenti sedicenti “dissuadenti” delle attività delle Ong che non hanno ottenuto alcun risultato nella lotta all’immigrazione clandestina e ai suoi numeri record del 2023.

La tristezza dell’interrogazione parlamentare

In realtà è ancora più drammatico dover constatare di essere arrivati addirittura a un’interrogazione parlamentare, oltre ovviamente allo squalloe di aver fatto partire addirittura cinque denunce a non si capisce bene quali pericolosi sovversivi criminali, pronti a mettere in pericolo la santa democrazia per una dannatissima commemorazione a favore di tre ragazzi che dopo 45 anni non hanno avuto alcuna giustizia. Uno scenario inquietante che vive sullo sfondo di un’Italia che proprio non vuole saperne di pensare al proprio futuro, cercando di rendere la legge davvero uguale per tutti per le vittime del passato.

Stelio Fergola

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