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Processo Raggi, chiesti 10 mesi: "Mentì sulla nomina di Marra per non dimettersi"

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 9 nov – Una condanna a 10 mesi con la concessione delle attenuanti generiche. E’ questa la richiesta del procuratore aggiunto Paolo Ielo al processo al sindaco di Roma Virginia Raggi, imputata per falso documentale in merito alla nomina di Renato Marra (fratello di Raffaele) alla direzione del dipartimento Turismo del Comune di Roma.
La procura di Roma non ha dubbi: il movente del reato ipotizzato dai pm durante l’udienza del processo è che la Raggi mentì sulla nomina di Renato Marra perché, in virtù del codice etico del Movimento 5 Stelle in vigore nel 2016, si sarebbe dovuta dimettere.
Il regolamento interno ai 5 Stelle infatti, nella sua versione precedente prevedeva che bastasse essere indagati per doversi fare da parte, con l’ineleggibilità o se già eletti, con le dimissioni. Ecco perché, con questa motivazione, oggi il procuratore aggiunto Ielo ha chiesto l’acquisizione agli atti del vecchio codice etico del M5S.
Dal canto loro, i grillini sono netti. Se domani il verdetto Raggi dovesse essere la condanna in primo grado, il M5S chiederà dimissioni subito, e, in caso di mancato passo indietro, l’espulsione dal Movimento.
Dopo l’intervento dell’ex capo di Gabinetto Carla Romana Raineri e la pronuncia del pm, il sindaco di Roma ha chiesto di poter replicare alla testimonianza della Raineri, che ha definito “surreale”. “Siamo in questo processo a parlare di un mio presunto falso e invece ci siamo trovati a parlare di rapporti a tratti simili a gossip – ha detto la prima cittadina di Roma -. Non ho mai replicato alle sue interviste perché sono il sindaco e non credo di dovere dare corso a ulteriori gossip ma questo gossip ora entra nel processo e mi trovo costretta a fare delle precisazioni”. Secondo la Raggi, “sono state dette cose palesemente contrarie al vero”.

“Ricordo che dopo il parere dell’Anac della fine di agosto del 2016 sul tipo di inquadramento contrattuale dell’ex capo di Gabinetto – ha spiegato ancora la sindaca – il magistrato Raineri che all’epoca ricopriva il ruolo mi disse ‘Non sono venuta da Milano per prendere 130 mila euro”. Per il sindaco capitolino, l’ex capo di Gabinetto “ne faceva una questione di soldi, unicamente di soldi”.

La bomba a orologeria Raggi esploderà domani per il Movimento Cinque Stelle, con la sentenza di primo grado del processo.
Se, in caso di condanna, il sindaco di Roma non dovesse dimettersi, sarà espulsa dal M5S. A quel punto starà alla Raggi valutare se passare al gruppo misto e provare a vedere se avrà ancora i numeri in giunta.
Per i 5 Stelle invece, in caso di condanna, via dal Campidoglio. E quindi sarebbe inevitabile il ritorno alle urne.
Adolfo Spezzaferro

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2 comments

Luca 9 Novembre 2018 - 9:14

Onestà

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Andrea Spilotti 9 Novembre 2018 - 9:29

…ma questa ruffiana dei nasoni, a parte andare a prostrarsi dal rabbino di Roma e continuare a fare inutili e costosi “viaggetti della memoria” a spese del contribuente, per i rimani e per Roma cos’ha fatto? la cosa mi incuriosisce…

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