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Renzi all'Assemblea Pd attacca le minoranze dem. Martina eletto segretario

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 7 lug – One man show di Matteo Renzi all’Assemblea del Partito democratico, che vuole confermare segretario il reggente Maurizio Martina ma intanto subisce gli strali dell’ex-mai-del-tutto-ex che in qualche modo “opziona” nuovamente il partito. “State segando l’albero sul quale siete seduti. Continuate pure“. Ed ancora: “Ci rivedremo al congresso. Riperderete il congresso e il giorno dopo ricomincerete a contestare chi ha vinto“. Così Renzi, interrotto più volte, fischiato, contestato duramente si arrabbia con la minoranza dem.
Ricorrendo a un classico espediente oratorio, l’ex presidente del Consiglio parte con un mea culpa e finisce con l’accusare tutti gli altri. “Io mi assumo tutte le responsabilità della sconfitta“, esordisce. Ma poi: “Quando hai il tuo governo e dici che il jobs act non va bene, la buona scuola non va bene, le misure sulle periferie non vanno bene devi votare M5s non Pd. Non si può solo alimentare la divisione, chi contesta aiuta la destra. Basta alle risse da cortile, io nel mio piccolo farò la mia parte”.
Se fai le primarie e chiami due milioni di persone non è possibile che duecento appartenenti ad una corrente mettono tutto in discussione. Scegliete una strada che volete io ci sono, ma se il giorno dopo le elezioni si riparte daccapo il problema non è quando si fa il congresso ma quando si chiude”, sottolinea l’ex segretario.
Poi il giudizio sprezzante nei confronti delle minoranze: “Con Salvini e Di Maio siamo alla terza media non alla terza Repubblica. Non è possibile che una corrente di partito indebolisce il leader per avere qualcosa in più. O ce ne rendiamo conto o perderemo la possibilità di incidere. La riscossa partirà se finiremo di prendercela con chi lavora affianco a noi”, rimarca Renzi.
L’ex segretario poi elenca i motivi per cui il Pd ha perso: “Ci aspetta una traversata nel deserto”, premette. “Non c’è comunità che non esprima una leadership. Questo passaggio vale anche per il futuro“. Renzi parla dei vitalizi (“Il Senato con il Pd non ha voluto approvare la Pdl Richetti”), del lavoro (“Se facciamo credere che il Jobs act è la madre di tutti i mali ci facciamo del male da soli”), dei toni della campagna elettorale (“Ho sbagliato. Non è l’algida sobrietà che fa sognare un popolo, bisogna dare un messaggio forte”), della legge elettorale (“La legge sulla coalizione ha rimesso in piedi solo il centrodestra, l’operazione di inseguire Pisapia è stato un errore”), del welfare (“Sbagliato un ritorno al passato come quello sull’articolo 18, la sinistra non eèriconoscere solo i diritti ai riders ma creare nuove opportunità”).
“Siamo stati molto sui social e meno sul sociale? Non sono d’accordo, non siamo stati in grado di replicare alle falsità”, sottolinea. E poi fa un accenno sulle vicende giudiziarie che hanno coinvolto la sua famiglia: “Non vi dico che avrei voluto più affetto nei momenti più duro. L’affetto da parte dei militanti c’è stato. Mi sarei aspettata più solidarietà da parte del gruppo dirigente”, lamenta.
“Io mi sono dimesso e il giorno dopo c’è chi ha chiesto dimissioni vere. Richiesta arrivata da gente che non si è mai dimessa neanche dalla bocciofila”, sottolinea l’ex premier, sostenuto dai suoi.
Poi fa un collegamento con l’esecutivo giallo-verde: “A forza di fare la guerra a noi – spiega Renzi – arriva un governo che va da Casaleggio a CasaPound. A forza di fare la guerra al Matteo sbagliato arriva il governo Salvini“. E dopo la Lega attacca ancora più duramente i 5 Stelle: “Il Vaffaday si è fermato a Pontida. C’è una componente di sinistra nel M5S? Si nasconde bene. Sono una corrente della Lega. La differenza tra loro e noi è stata ciò che mi ha spinto a combattere per evitare l’alleanza di governo”. E sempre rivolto ai pentastellati: “Penso che il M5S sia la nuova sinistra, ma, per come esercita il manganello su Internet, è la vecchia destra“.
L’ex segretario senza citarlo direttamente attacca pure il governo Gentiloni: “Non è pensabile dire che lo Ius soli è fondamentale e poi dire che non c’è più tempo. Non si può portare avanti alla Camera la legge Richetti contro i vitalizi e poi la si ferma in Senato. Stesso discorso per i voucher”.
Poi boccia pure il programma del governo giallo-verde: “Anche ora io penso che la flat tax sia un errore e lo stesso per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, anche se ci fossero le risorse che non ci sono“.
Sul fronte immigrazione, Renzi dice: “Quando c’è qualcuno in mare, andiamo a prenderlo anche se rischiamo di perdere dei voti. Noi siamo quelli. Io su questi temi non indietreggio. Salvini sceglie di allearsi con quelli che giocano contro di noi: l’Austria e l’Ungheria. Stanno trasformando l’Italia in una provincia dell’impero austro-ungarico. Qui c’è masochismo. Vorrei chiederlo agli imprenditori del nord-est: questo governo vuole chiudere il Brennero, è a favore dei dazi come Trump, ha fatto un decreto dignità che renderà più difficile trovare il lavoro”.
Poco prima dell’inizio dei lavori dell’assemblea all’Ergife Renzi aveva twittato: “La ripartenza non può essere un simil Pds o una simil Unione. Deciderà il Congresso, lo rispetto, se qualcuno pensa che la nostalgia è la chiave di sviluppo del Pd lo rispetterò da militante ma non coglie le novità di una destra che sta governando a colpi di tweet”.
Nel suo discorso, il segretario reggente – con il suo consueto stile da sognatore veltroniano – ha parlato di “lavoro nuovo necessario al Pd. Dobbiamo tutti essere consapevoli che ci tocca questo lavoro nuovo. Ci tocca scrivere questa pagina nuova ben oltre le nostre divisioni. Abbiamo le energie per costruire questa ripartenza, questo riscatto. Noi siamo fondamentali per costruire l’alternativa ma non basteremo a noi stessi. Non si tratta di guardare al passato e neppure di fare discussioni tra gruppi dirigenti, ma di dare una speranza a tante persone disilluse che guardano ancora a noi”. Poi Martina lancia la fase congressuale: “Un congresso straordinario che da oggi a prima delle Europee ci consenta di fare questo percorso nuovo. Io andrò a cercare i protagonisti nuovi di questa riscossa. Forse a qualcuno di voi sembrerò nostalgico e non citerò leader del passato, purtroppo però neanche Obama basta più”.
Mentre scriviamo l’assemblea sta votando per la conferma di Martina, che viene eletto segretario: il suo sarà un mandato pieno ma a tempo. La data per le prossime primarie del Pd è stata fissata per il 24 febbraio 2019, prima delle elezioni europee.
Il governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, anche lui all’Ergife, commenta su Facebook: “Il Pd si muove. Con fatica, ma finalmente si muove. Al bando ora ogni conservatorismo o nostalgia del passato con ricette che hanno fallito. Bene dunque la proposta di Martina per svolgere il congresso nei tempi politici giusti, prima delle decisive elezioni amministrative ed europee. Bene anche garantire, tuttavia, uno spazio adeguato per una discussione vera”. Poi lancia i cantieri per l’Alternativa in tutto il Paese. Insomma, al di là della conferma di Martina a segretario, Zingaretti non sembrerebbe voler rinunciare alla corsa per la leadership dem. Staremo a vedere.
Adolfo Spezzaferro

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3 comments

Raffo 7 Luglio 2018 - 4:40

Ma questi elementi inadeguati e autoreferenziali di sinistra, inefficienti piddini del cavolo,vivono forse sul pianeta Marte??? Noi salviamo,noi facciamo, noi siamo……..si puliscano la bocca prima di nominare CP,prima di parlare di patria……. Hanno ridotto l’Italia una latrina africana,il loro luridume infesta il paese,la loro magistratura sinistra offende il buonsenso degli italiani e ne deturpa la pace sociale…….e questi comunistoidi offendono pesantemente i sovranisti e la vera destra……..dovrebbero tacere e vergognarsi della loro arroganza ignobile. A renzio diciamo di portare la sua amata negritudine nella sua mega residenza da milioni di euro,ipocrita buonista spara sentenze. Auguri .

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Moreno ringressi 7 Luglio 2018 - 5:40

Bene io ho una certa età e sono sto di sinistra famiglia di sinistra paese di sinistra credo anche il prete di sinistra ora non so sono 40 anni che non abito più la ma so che non voto più a sinistra quando ENRICO BERLINGUER ERA ALLE MEDIE io la domeni a mattina andavo in un paese confinante a vedere l’UNITA e si quello era un paese dove erano DEMOCRISTIANI ANCHE CANI DA ALLI MAIALI E PECORE devo dire un bel coraggio non voto più a sinistra perché non mi riconosco più in quello che ostinatamente si continua a chiamare sinistra il PD soprattutto da quando quel bel fico di RENZ è apparso e pensare che anche io sono toscano e x di più nato non lontano da Rignano sull arno RENZI E UN INFILTRATO FASCITA DEMOCRISTIANO X DISTRUGGERE LA SINISTRA VISTO CHE MANI PULITE A TORTO O A RAGIONE NON ERA RIUSCITA A DEMOLIRE COME CON ALTRI PARTITI forse non era coinvolta veramente detto questo ci voleva uno che dall’interno la rovinasse e il buon DIO HA MANDATO IL FIGHETTO DI RIGNANO questo con Parenzo non c’entra NULLA ma visto che qualcuno ha tirato fuori RIENZI mi so scaldato subito e il pd non fara mai un congresso serio come avveniva negli anni della mia gioventù ricordo che io sono stato portato a Torino a un congresso avevo 16 anni e li sul palco sono saliti operai meccanici contadini e tutti quelli che si prenotava o e che avessero qualcosa da dire correva l’hanno 1966/67 ora ditemi voi chi sale sul palco di un congresso ammesso che abbiano il fegato di fare un congresso ora basta mi fermo ho il nodo alla gola i ricordi dono troppo forti quando doposcuola andavo alla casa del popolo x ritrovarmi con i miei compagni

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Mario 8 Luglio 2018 - 5:23

Speriamo spariscono dalla politica.Sono stati la rovina del paese.

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