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Salvini detta le priorità: “A casa loro, 5 miliardi per gli immigrati sono troppi"

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Roma, 1 giu – Non ha ancora giurato al Colle come Ministro degli Interni che Matteo Salvini già comincia a dettare la linea politica del suo ministero. E il Viminale è il traguardo che corona la sua lunga carriera, fatta di battaglie contro l’immigrazione. “A casa loro” sarà la priorità del suo impegno al Ministero degli Interni. E poi stretta sui profughi, chiusura delle cartelle di Equitalia, stop agli sconti di pena per chi è condannato per reati gravissimi sono i primi provvedimenti del Viminale da lui guidato.
Lo ha annunciato lo stesso Matteo Salvini nel corso di un comizio a Sondrio, a sostegno della campagna elettorale del candidato della Lega per le amministrative di domenica 10 giugno. “A casa” Salvini lo ha scritto anche sui social, a corredo di un video che mostra un immigrato che spenna un piccione in pieno centro a Roma.
Il nuovo Ministro dell’Interno spiega così la sua linea: “Porte aperte in Italia per la gente per bene e biglietto di sola andata a quelli che vengono in Italia a fare casino e pensano di essere mantenuti a vita”. E poi aggiunge che a suo avviso la cifra di 5 miliardi destinata all’accoglienza è eccessiva: “Mi sono confrontato con il nuovo presidente del Consiglio, gli ho chiesto di prestare attenzione ai quei 5 miliardi di euro che anche quest’anno sono destinati al mantenimento dei richiedenti asilo: vorrei dargli una bella sforbiciata, mi sembrano un po’ tantini”.
Un Viminale impegnato solo nella lotta contro l’immigrazione? Non proprio. Quello di Salvini sarà un impegno a tutto campo, almeno così dice, per fa sentire gli italiani più sicuri. “Il mio impegno riguarderà la sicurezza di 60 milioni di italiani – ha proseguito nel comizio di Sondrio – Farò sentire la mia, nostra vicinanza alle forze dell’ordine, che non meritano di essere prese in giro dai balordi che entrano ed escono dalla galera ogni quarto d’ora, e vedremo lasciarceli più a lungo”.
Anna Pedri

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blackwater 1 Giugno 2018 - 12:41

giusto per ricordare; il “pocket money” equivale a circa 900 euro all’anno per aspirante profugo;
al di là che non si capisce affatto a che titolo debbano essere conferiti,provate a moltiplicare quella cifra per 200.000 ed incominiciano ad essere dei bei soldini che potrebbero essere defalcati da domani mattina.
NB
bene anche ricordare che quella inutile spesa non risparmia gli aspiranti profughi nè dalla questua insistente ed invasiva nè da…peggio.

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Federico 1 Giugno 2018 - 2:22

Per mantenere giovani maschi africani in fuga dalla noia è troppo anche un solo euro

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