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Salvini: "Se Berlusconi vota la fiducia al governo tecnico addio alleanza"

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 28 mag – All’indomani della grave crisi istituzionale innescata dal no del presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Paolo Savona ministro dell’Economia, con conseguente rinuncia del premier incaricato Giuseppe Conte, e la convocazione da parte del Colle del super-tecnico Carlo Cottarelli, il primo a fare alcune considerazioni è il leader della Lega, Matteo Salvini, il quale dice sostanzialmente due cose importanti: la prima è che se Berlusconi dovesse appoggiare il governo tecnico, sarebbe la fine del centrodestra; la seconda è che non è escluso che il Carroccio possa presentarsi alleato con il M5S alle elezioni.
“Vedremo, valuteremo sui progetti”, ha spiegato Salvini parlando a Circo Massimo su Radio Capital. “Ora si parte dal lavoro che abbiamo fatto assieme” con i 5 Stelle, ha chiarito.
Certo è che “se Berlusconi vota il governo Cottarelli addio alleanza”. “La nota di ieri di Berlusconi era la stessa che avrebbe potuto scrivere Renzi, del Pd“, ha rimarcato il capo politico della Lega. Il fatto è che, se il Colle non dovesse riuscire a impedire il voto anticipato, la Lega sarà premiata dalle urne, e restando nell’alleanza del centrodestra, avrebbe i numeri per governare. Ma se davvero Forza Italia dovesse votare la fiducia al governo tecnico di Mattarella, a quel punto Salvini sarebbe legittimato ad andare alle urne con un programma condiviso con il Movimento 5 Stelle. In tal caso, i numeri in Parlamento – salvo stravolgimenti imprevedibili – sarebbero stellari e i giallo-verdi governerebbero indisturbati per cinque anni.
Entrando nello specifico della crisi istituzionale, Salvini ha sottolineato che “nessuno ha mai pensato all’uscita dell’euro: non era nei nostri programmi, non era nei programmi di Savona“. Nel programma “c’era solo una revisione del sistema bancario e delle tasse”, ha chiarito. “A Mattarella ho semplicemente detto che avrebbe potuto dircelo tre settimane fa“, ha aggiunto.
Savona era l’uomo giusto per Lega e 5 Stelle: “Avremmo potuto mettere chiunque, ma non sarebbe stato accettato se non fosse stato gradito alla comunità economica internazionale e ad alcune cancellerie europee”, ha spiegato Salvini. “È una cosa fuori dal mondo e fuori dalla democrazia”, ha aggiunto. “Io non ho trovato in Costituzione un articolo che dice che uno non può fare il ministro se vuole andare a Bruxelles per difendere gli interessi degli italiani. Savona era un ministro che ci garantiva che l’Europa sarebbe tornata a darci ascolto“, ha chiarito Salvini, “una figura diversa non avrebbe avuto lo stesso ascolto”.
Per il leader della Lega ora bisogna tornare alle urne: “Se non parte un governo che aveva il 50% dei voti degli italiani, allora gli porteremo un governo che avrà il 70% dei voti, non condivido chi dice che è inutile andare a votare“.
In ogni caso, intervistato sempre da Massimo Giannini a Radio Capital, Salvini ha sottolineato come l’alleanza tra Lega e M5S nata in prospettiva di governo rappresenta comunque una realtà parlamentare da cui non si può prescindere. “Per prima cosa facciamo partire la discussione sulla legge elettorale, perché adesso il lavoro passa al Parlamento e, essendo questa una Repubblica parlamentare, sarà lì che si faranno le leggi. A meno che la Merkel non ce lo voglia impedire…
Sul fronte della richiesta da parte di 5 Stelle e Fratelli d’Italia di messa sotto accusa del presidente della Repubblica, prevista all’articolo 90 della Costituzione, in caso di alto tradimento o, appunto, attentato alla Carta, la Lega però non prende ancora posizione: “Per certe cose bisogna ragionare a mente fredda e non sulla scia della rabbia. Io alla dignità non rinuncio – ha spiegato Salvini – e quindi non sto a parlare di impeachment. Mi dispiace solo perché questo governo avrebbe potuto fare grandi cose”. Incalzato sulla richiesta di impeachment, infine il leader della Lega non ha escluso di poter aggiungersi a M5s e FdI: “Non escludo nulla, ma io non parlo di cose che non capisco e quindi ora ascolterò l’opinione di giuristi. Io le cose le faccio se ho elementi concreti e al momento non li ho”.
Adolfo Spezzaferro

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