Roma, 3 apr – “No a ogni forma di violenza, no allo scaricare sulle periferie ogni genere di problemi. Ribadisco il mio obiettivo per cui sto lavorando da mesi: zero campi rom entro la fine del mio mandato da ministro. Chi si integra è benvenuto, chi preferisce rubare verrà mandato altrove”. Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini interviene sui fatti di Torre Maura, da un lato criticando la Giunta Raggi per aver “rifilato” senza preavviso 70 rom ai residenti della zona di Roma Est, e dall’altro condannando la reazione di protesta dei romani, supportati anche da militanti di CasaPound, ormai esasperati da un’amministrazione che ha abbandonato i cittadini al degrado urbano e sociale. E che dà la priorità ai problemi di tutti tranne che a quelli degli italiani.
Dopo la Procura di Roma che ha deciso di indagare per odio razziale, e il sindaco Raggi che come sempre invece di assurmersi le responsabilità dà la colpa a CasaPound, anche il leader della Lega preferisce non prendere le difese dei cittadini romani, condannando invece la loro reazione violenta.
Fassina: “Scontro razziale cavalcato dai fascisti”
“A Torre Maura è conflitto sociale sfogato in scontro razziale cavalcato dai fascisti. Diamo visibilità a nemico di classe, miglioriamo condizioni di vita nelle periferie e facciamo accoglienza e integrazione rom e migranti dentro le ztl. Stop suprematismo morale da sinistra”. Con questo tweet il deputato di Liberi e Uguali, Stefano Fassina, ha commentato quanto accaduto a Torre Maura.
Meloni: “La Raggi fa esplodere un’altra bomba sociale”
”A Torre Maura la Raggi fa esplodere un’altra bomba sociale: ai due centri di accoglienza per immigrati già presenti ne aggiunge uno per Rom. I cittadini protestano ma per il M5S l’emergenza è il ‘razzismo’. Un copione che abbiamo già visto a Tor Sapienza e in altre periferie di Roma dove anche i grillini continuano a scaricare ogni tipo di problema. Ma la Raggi non era il ‘sindaco delle periferie’? Sarebbe questo il cambiamento del M5S?”. Così su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
Ludovica Colli
