Roma, 13 mag – Si preannuncia un nuovo braccio di ferro tra Matteo Salvini e le Ong sul fronte dei porti chiusi. E’ il caso della Sea Watch 3, che sta navigando verso la Libia. Salpata sabato sera dal porto di Marsiglia per raggiungere l’area Search and rescue (Sar) e “tornare alla sua missione di soccorso nel Mediterraneo centrale”, l’imbarcazione della Ong tedesca si prepara all’ennesimo scontro con il ministro dell’Interno, che ribadisce che i porti restano chiusi.
“La nave Ong Sea Watch 3 (bandiera olandese) sta navigando nel Mediterraneo in direzione Libia. Avviso ai naviganti: non pensino di aiutare scafisti, imbarcare immigrati e dirigersi verso l’Italia perché verranno fermati, con ogni mezzo lecito consentito. L’avviso – sottolinea Salvini su Twitter – è rivolto anche ai nostalgici dei ‘porti aperti’ presenti in Parlamento”.
La provocazione della Ong tedesca
Non appena il tribunale all’Aja ha deciso che “il codice olandese che ha introdotto nuove norme di sicurezza a bordo delle navi non può essere attuato senza un periodo di transizione”, la nave (battente bandiera olandese) è tornata in mare. E così, dopo un mese, è salpata con l’intento di intralciare le attività di salvataggio operate nell’area Sar dalla Marina militare libica per poi portare i clandestini nei porti italiani. Già nelle scorse ore, su Twitter, l’equipaggio della ong tedesca ha attaccato i militari libici. “L’equipaggio del nostro aereo da ricognizione Moonbird è stato testimone di un disperato tentativo: naufraghi che hanno cercato di fuggire da un’intercettazione e cattura da parte della cosiddetta guardia costiera libica scappando a nuoto”.
La sfida alla Ue
“L’Europa – dice il capo missione Philipp Hahn – sta lasciando annegare le persone come deterrente per coloro che rimangono intrapollati in Libia nei campi di detenzione in condizioni disumane e che non possono far altro che scegliere tra tortura e morte e il Mediterraneo. Finché la Ue negherà loro un passaggio sicuro e non ottempererà all’obbligo di soccorso in mare – ha continuato – faremo ciò che è nelle nostre possibilità per salvare quante più vite possibile“.
Una “vecchia conoscenza” per Salvini
A gennaio scorso la stessa Sea Watch 3 è stata bloccata per giorni al largo di Siracusa con a bordo 47 clandestini, fatto che è costato al ministro dell’Interno l’ennesimo avviso di garanzia per sequestro di persona. In quell’occasione, Salvini spiegò che la “nave olandese che è intervenuta in acque libiche”, in quel caso, “se n’è fregata dell’alt e delle indicazioni del governo olandese di andare in Tunisia e ha messo a rischio la vita delle decine di migranti a bordo per arrivare in Italia con un gesto politico“. Purtroppo ora la storia potrebbe ripetersi.
Adolfo Spezzaferro
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[…] di porto, che hanno raggiunto la nave, di fare ingresso nelle nostre acque. Prosegue quindi il braccio di ferro tra la Ong e il ministero dell’Interno, che ribadisce che i porti sono […]
[…] di porto, che hanno raggiunto la nave, di fare ingresso nelle nostre acque. Prosegue quindi il braccio di ferro tra la Ong e il ministero dell’Interno, che ribadisce che i porti sono […]