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Sea Watch, la Ue minaccia l’Italia: “Fateli sbarcare o procedura d’infrazione”

by Adolfo Spezzaferro
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Bruxelles, 27 giu – La Commissione europea interviene sul caso della Sea Watch, la nave Ong con a bordo 42 immigrati irregolari da 14 giorni, e lascia intendere che l’Italia debba consentire lo sbarco. Bruxelles infatti conferma che al momento è “in contatto con diversi Stati membri per trovare una soluzione per il trasferimento dei migranti a bordo della Sea Watch 3, ma una soluzione sarà possibile solo dopo lo sbarco“. La Commissione inoltre chiede all’Italia “una soluzione rapida” della vicenda, pur sapendo che il governo Conte non intende acconsentire allo sbarco della nave Ong. Ecco perché le pressioni continuano.

“Se Italia non registra nuovi arrivi scattano sanzioni”

“Una legge europea precisa che ogni nuovo arrivo sul territorio europeo deve essere registrato e le impronte digitali devono essere registrate in Eurodac. Non ci sono eccezioni a questa regola“. Lo ha detto la portavoce della Commissione, Natasha Bertaud, rispondendo a una domanda sulla minaccia del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini di interrompere la registrazione degli immigrati in arrivo nel nostro Paese. “La conseguenza sarebbe una procedura di infrazione, ma non siamo a questo stadio”, ha precisato la portavoce.

“Italia trovi rapida soluzione per le persone a bordo”

A metterci il carico, come si suol dire, il commissario Ue all’Immigrazione, Dimitrsi Avramopoulos, che spiega: “La Commissione è strettamente coinvolta nel coordinamento con gli Stati membri per trovare una soluzione per il trasferimento dei migranti a bordo del Sea Watch 3 una volta sbarcati – dice Avramopoulos – alcuni Stati membri dimostrano la volontà di partecipare a tali sforzi di solidarietà, ma una soluzione per le persone a bordo è possibile solo una volta sbarcati. Questo è il motivo per cui spero che l’Italia contribuirà a una rapida risoluzione delle persone a bordo. Allo stesso tempo, invito gli altri Stati membri a mostrare solidarietà”.

Salvini: “La Ue non sta facendo nulla e poi ci perseguita sui conti pubblici”

“L’Unione europea non sta facendo nulla e poi perseguita l’Italia per uno 0,1 di infrazione sul deficit, sul debito. Siamo il terzo Paese che paga di più, non scherziamo, non è che paghiamo l’Europa per farci richiamare e poi sull’immigrazione si voltano dall’altra parte“.

Adolfo Spezzaferro

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2 comments

Bracco 27 Giugno 2019 - 5:25

Ora la francesina Bertaud minaccia…solo per fare gli interessi dei propri paesi perchè il fatto che non vengano riconosciuti permette agli immigrati di andare dove vogliono e usare l’Italia solo come corridio.Se si dovesse usare la procedura di riconoscimento queste entità infestanti restano in Italia.
La via migliore èdisobbedire e non aver paura di nessduna infrazione: devono essere gli altri paesi europei a scendere a patti con l?italia e aiutarla a risolvere il problema immigrazione.

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Jos 27 Giugno 2019 - 7:38

.mandarli a ” fanculo” è troppo poco..

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