Home » Sei milioni senza vacanze e c’è chi chiede prestiti: anche questo è l’impoverimento degli italiani

Sei milioni senza vacanze e c’è chi chiede prestiti: anche questo è l’impoverimento degli italiani

by Alberto Celletti
2 comments
vacanze italiani

Roma, 26 lug –  Anche le vacanze sono un buon metro per misurare l’impoverimento degli italiani. Perché a  dispetto degli “indici che salgono” tra occupazione e Pil, le altre cose che si rafforzano sono la precarietà e gli stipendi bassi. Con tutte le conseguenze del caso, come riportato dal Giornale.

Vacanze, sei milioni di italiani ci rinunciano

La sintesi è questa: l’inflazione mangia tutto, e di conseguenza anche i pacchetti vacanze. Ma se le paghe sono le stesse, chiaramente, questi ultimi diventano insostenibili. Secondo uno studio Ces, il costo di un viaggio medio in Europa, della durata di quattro o più notti, è attualmente di 1.474 euro. Ovviamente, c’è variabilità tra Paesi, in particolare tra l’Ovest e l’Est (si sottolinea come in Romania i prezzi siano ad esempio molto più bassi e la media scenda al di sotto dei 500 euro, o di come la Danimarca sia al contrario la più esosa, sfiorando addirittura i 4mila). Nel nostro Paese l’aumento del costo delle vacanze è stato del 14,1% rispetto al 2022. L’ultima crescita così imponente si era avuta nel 2004, con una crescita del 10%. La naturale conseguenza è che molti italiani non andranno in vacanza: sei milioni secondo le stime, il che mette l’Italia al terzo posto tra i Paesi con più lavoratori impossibilitati di permettersi le ferie. C’è addirittura chi chiede prestiti per concedersi un po’ di relax, con una percentuale aumentata dell’83,3%.

Una flessione sempre più profonda

Qualcuno ricorderà senza dubbio i prezzi spesso astronomici che diversi decenni fa proponevano le agenzie di viaggio per organizzare visite e prenotare alberghi all’estero o in Italia (senza offrire possibilità economiche al di sotto dei tre stelle e senza ancora la pratica diffusa dei cosiddetti “bed & breakfast”). Internet aveva abbattuto decisamente questi costi, con la differenza che, man mano, si familiarizzava con redditi anche più bassi, annullando di fatto i vantaggi. Adesso i costi stanno tornando ad essere astronomici – complice anche la “solita” inflazione – con l’ulteriore differenza di non essere supportati da redditi e da stipendi elevati. In altre parole, se trent’anni fa un viaggio ci costava un occhio della testa, quasi sempre disponevamo di un reddito per poterlo sostenere agilmente, oggi no. L’impoverimento è anche questo. Perché srotolare dati sulla crescita occupazionale può valere meno ci quanto ci si aspetti, se poi si scopre il valore reale degli stipendi.

Alberto Celletti

You may also like

2 comments

fc 26 Luglio 2023 - 7:54

Si può anche rinunciare alle vacanze “fuori porta-portata” (non dovrebbero essere un obbligo), se non fosse che parecchie case-appartamenti sono loculi-celle senza sbarre, vista cemento se non peggio ! Costringendo molti ad una vero e proprio stato di invivibilità continuo.

Reply
Germano 27 Luglio 2023 - 9:54

e chi se ne frega? I politici vanno tutti in vacanza, la Ferragni con belle foto dalla Sicilia, Musk costruisce una villa da cinquanta milioni nelle Dolomiti e Bezos e Bill Gates con i loro yacht inquinanti di nascosto nel Mediterraneo.
meglio di così…
Ah ! La bambola è da Biden a prendere le direttive per i prossimi mesi…

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati