Roma, 10 giu – Dopo i dati sulla cassa integrazione, che ha fatto registrare un drammatico +30%, aprile è stato un mese nero anche per la produzione industriale italiana. Al calo di marzo segue infatti il segno meno anche nel periodo successivo: -0,7%.
Produzione industriale in continua flessione
Si tratta, secondo i dati appena pubblicati dall’Istat, della seconda flessione congiunturale consecutiva. Su base tendenziale (cioè anno su anno) e al netto degli effetti di calendario il calo è ancora più evidente: rispetto ad aprile 2018 la produzione industriale perde 1,5 punti. Rivisto dall’istituto di statistica anche il dato, già negativo, di marzo a -1% su base mensile e a -1,6% su quella annuale.
Pur in netta ripresa rispetto ai minimi toccati nel 2014, l’indice sembra oggi mostrare una fase di “stagnazione”. Di fatto è fermo ai livelli del 2017, bruciando così tutti i risultati conseguiti da allora.
Tutti i settori in crisi
Ad eccezione del comparto energia, che rispetto a marzo fa segnare +3,6%, finiscono sottozero tutti gli altri settori. Dal -2,5% dei beni strumentali al -0,5% dei beni di consumo (sia durevoli che non), passando per il -0,7% di quelli intermedi.
Non va meglio su base annuale, con la sola aggiunta in territorio positivo del comparto alimenti, bevande e tabacchi. Restano invece con il segno meno davanti gli altri 13 (su 15) macroaggregati. Fra essi, a trainare la poco invidiabile classifica è quello dell’automobile, che rispetto ad aprile 2018 ha perso oltre il 17%.
Filippo Burla
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