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Ue, la direttiva sull’aria pulita fa già discutere. Fontana: “Irrazionale, dovremmo chiudere la Pianura Padana”

by Alberto Celletti
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Roma, 24 mag – Ue, aria pulita o il solito ecoestremismo? La direttiva della Commissione Ue sulla riduzione dell’inquinamento atmosferico fa già discutere per i parametri proposti, ritenuti per l’ennesima volta eccessivi e comportanti significativi sforzi economici che – similmente a quanto accadrebbe per le cosiddette “case green” – potrebbe portare sul lastrico diverse aziende. Sul tema è intervenuto anche il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, come riportato dall’Ansa.

Ue, aria pulita e tracolli economici

Dall’Ue aria pulita a qualsiasi costo, anche del tracollo economico di intere regioni. Così si è espresso Fontana proprio a Bruxelles, presentando la posizione sia della sua regione che del Veneto, del Piemonte e dell’Emilia Romagna. Per il presidente le scelte dell’Europa sulla qualità dell’aria sono “assolutamente irrazionali perché ci porterebbero a far chiudere la Pianura Padana” e questo “va nella direzione della sostenibilità o della follia?”. Poi ha aggiunto: “La nostra richiesta è avere un provvedimento che sia logico e che non porti conseguenze drammatiche per le nostre regioni e che tenga conto del lavoro che abbiamo fatto fino ad ora per migliorare la qualità dell’aria”.

“Ideologia irrazionale”

Secondo Fontana “la Lombardia dovrebbe essere già considerata virtuosa” in quanto “emette un terzo rispetto a quello che inquina mediamente l’Europa”, aggiungendo che “di fronte all’irrazionalità ideologica dobbiamo dare una risposta di ragione”. La questione, dice, non riguarda solo la Lombardia ma anche altre aree sempre presenti nel bacino padano. Il presidente, poi, sciorina i dati degli ultimi quindici anni che a suo giudizio “sono rilevanti: le concentrazioni di inquinanti si sono infatti ridotte del 39% annuo per il PM10, del 40% per il PM2.5 e del 45% per il NO2”. La direttiva europea sull’aria pulita riguarda un obiettivo di lungo periodo, quello del 2050, entro il quale si promette un avveniristico “inquinamento zero”, ma la riduzione delle emissioni previste e che potrebbero strozzare l’economia riguarda una soglia intermedia prevista per il 2030. Paletti che, con la pressione della riduzione dell’inquinamento, potrebbero mettere nei guai aziende e lavoro, similmente a come dissanguerebbe buona parte degli italiani la spesa da sopportare per aggiornare gli appartamenti di proprietà secondo similari obiettivi “ecologici”.

Alberto Celletti

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2 comments

Germano 24 Maggio 2023 - 12:29

La soluzione c’è e si chiama SOVRANITÁ . NO EU, NO EURO, NO OSM, NO NATO ! Un paese che non è indipendente finisce in questo spiralo

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fabio crociato 24 Maggio 2023 - 12:46

Una volta, tra l’ ilarità generale, si parlava di spianare il Turchino, oggi, molto più seriamente, si parla di spianare una neo bastiglia dalle parti di Bruxelles… per non finire spianati tutti !

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