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Zaia rasserena Salvini: non vuole guidare la Lega. Per lui conta l’autonomia

by Adolfo Spezzaferro
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Venezia, 22 set – Luca Zaia, il trionfatore senza eguali delle regionali, tranquillizza il suo leader di partito: non ha intenzione di guidare lui la Lega. Non questa in versione nazionale almeno, viene da pensare. In effetti al “Doge”, che è stato rieletto con la percentuale bulgara del 76,6% (con picchi dell’85% come a Vo’ Euganeo, dove è iniziata l’epidemia di coronavirus), paradossalmente la Lega di Salvini gli starebbe stretta: è troppo poco orientata alle esigenze del nord e soprattutto all’autonomia.

“Quinta volta che presento la lista, ogni volta si fanno questi ragionamenti”

La leadership all’interno della Lega “non è nel mio interesse”, assicura il governatore che – lo ricordiamo – ha preso il 44,5% con la sua lista personale, contro il 17% del Carroccio. “E’ la quinta volta che presento la lista” ribadisce Zaia, “ed è la quinta volta che vengono fatti questi ragionamenti. Questa è una votazione fine a se stessa e riguarda la mia amministrazione. Il tema politico si affronta con le elezioni politiche. Io faccio parte di quei pochi che pensano che far diventare i dati delle regionali dei dati politici sia assurdo, quando ci sono le vere elezioni politiche gli equilibri cambiano. Salvini ha sempre dormito sonni tranquilli. Non ho ambizioni nazionali o di scalate nel partito. Avrei avuto l’opportunità di occuparmi di partito o di altro in molte altre occasioni, ma questa partita è la vera pagina di storia per il Veneto e con tutto il calore dimostrato non posso che restare qui”, chiarisce.

Salvini: “Problema ce l’ha chi ha 33 consiglieri o chi non entra in Consiglio come Renzi e i 5 Stelle?”

Dal canto suo, anche Salvini sottolinea che l’ipotesi di un cambio al vertice della Lega è una “fantasia” giornalistica: “33 consiglieri su 49 in Veneto sono della Lega o della Lista Zaia, un problema ce l’ha chi ha 33 consiglieri o chi non entra nemmeno in Consiglio come Renzi e i 5 Stelle? Giudicate voi. Problemi così li vorrei avere tutti giorni in tutta Italia”, ironizza il leader della Lega.

Il governatore veneto punta all’autonomia

Zaia poi commenta anche il suo successo senza pari: il “voto del popolo che vota per il popolo, il voto dei veneti per il Veneto perché è innegabile che non si tratta di un partito del Veneto ma di veneti, gli stessi che magari hanno votato l’autonomia in barba alle indicazione dei loro partiti”. “Ed è esattamente la responsabilità che mi sento in questo momento – chiarisce il governatore parlando nel corso di un punto stampa alla sede della Lega di Treviso – da un lato con tutto questo consenso ti senti la responsabilità di dare ancora più risultati, dall’altro la responsabilità deriva anche dal sapere che abbiamo preso un sacco di consenso da cittadini che normalmente non ci votano“. “Questa mattina mi ha chiamato il ministro Boccia e ho subito chiesto: ‘Mi hai chiamato per firmare l’autonomia?” Era solo un saluto ma di buon auspicio…” ironizza Zaia. “La volontà è di andare avanti per portare a casa questa partita, a Roma non dormano sonni tranquilli per quanto riguarda l’autonomia”, assicura il governatore.

Adolfo Spezzaferro

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