Home » Africano preso con mezzo chilo di hashish, niente carcere. Il giudice: "Non lo faccia più"

Africano preso con mezzo chilo di hashish, niente carcere. Il giudice: "Non lo faccia più"

by admin
5 comments

Milano, 16 gen – Cosa succede se ti beccano con mezzo chilo di hashish addosso? Praticamente nulla. A patto, però, di essere un migrante. A Milano, infatti, un cittadino di 22 anni della Guinea Bissau è stato trovato in possesso di 500 grammi di “fumo” nel corso di un controllo antidroga al Parco Sempione. Arrestato in flagranza di reato è andato a processo per direttissima. Ma ha trovato un giudice che lo ha redarguito con una ramanzina e nulla di più.
“Vogliamo darle un’occasione ma cerchi di non farlo più: se reitererà il reato non troverà un giudice così clemente” gli ha detto il magistrato che gli ha convalidato l’arresto ma ha disposto la misura dell’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria. In pratica l’africano spacciatore dovrà presentarsi al commissariato del Parco Sempione ogni settimana. Per il resto è libero di fare ciò che vuole nell’attesa che si svolga il processo a suo carico.
Il 22enne in questione, finora incensurato, è uno dei tanti immigrati clandestini a cui è stata negata la richiesta di asilo. Stando a quanto ha riferito il suo avvocato ha avuto dei trascorsi travagliati dovuti alla sua permanenza in un centro di accoglienza a Roma dopo il suo sbarco a Lampedusa, e che è una brava persona. È solo sconvolto dalla guerra civile che lo ha fatto fuggire dal suo paese. È bene ricordare che nel Paese, sebbene la situazione sia incerta, la guerra civile risale alla fine degli anni ’90. L’africano, in sua difesa, ha dichiarato di non essere uno spacciatore e che quel “pacchetto” doveva essere solo consegnato a un’altra persona, lasciando intendere che non ne conosceva il contenuto.
Tutte tesi che sono servite a convincere il giudice a infliggere una pena meno afflittiva del carcere e a permettere al guineano di farla franca. A nulla sono valse le richieste della pubblica accusa di convalidare l’arresto e la misura di custodia cautelare in carcere. Per l’africano solo una tirata d’orecchi e la promessa di non farlo più.
Anna Pedri

You may also like

5 comments

Raffo 16 Gennaio 2018 - 1:09

Per cui dovremmo avere fiducia nelle istituzioni e nella magistratura………….. mi viene da ridere,se non fosse un paese ormai al ridicolo e pieno di pecore bisognerebbe capire cosa lega uno spacciatore africano ad un magistrato comunista………ma la fogna a cielo aperto è troppo grande e vasta……..sono proprio buoni questi sudditi italioti…..

Reply
Martino 16 Gennaio 2018 - 1:16

Segnamoci il nome del giudice, che poi sarà lui a finire nel gabbio quando verrà il momento.

Reply
ANTERO 16 Gennaio 2018 - 4:25

Col capestro saremo sicuri che non lo farà più …. W I D S !

Reply
Tony 16 Gennaio 2018 - 4:29

….bene, bene…domani carico un camion….lo porto ad ”un ‘altra persona”….

Reply
cenzino 16 Gennaio 2018 - 5:57

Siamo al delirio. Via verso l’estinzione, prima culturale e poi fisica.

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati