Home » G7 in Giappone, il vuoto colpevole dei “grandi” e il riscatto shintoista

G7 in Giappone, il vuoto colpevole dei “grandi” e il riscatto shintoista

by Eugenio Palazzini
3 comments

shintoIse, 27 mag – Oltre il grande torii di legno, il portale d’accesso al santuario shintoista di Ise consacrato alla dea del sole Amaterasu, i leader del G7 vengono immortalati con la pala in mano mentre piantano cipressi, simbolo della vita e albero sacro in Giappone. E’ un rito che apre la cerimonia di un vertice cruciale per i destini della politica economica mondiale. I sacerdoti in abito bianco osservano in silenzio, per la prima volta non sono loro al centro dell’attenzione di fedeli e turisti che ogni giorno si recano al santuario più importante del Sol Levante.

Al vertice si è discusso come sempre di tutto e di niente, oltre i sorrisi e le strette di mano i temi principali affrontati sono stati essenzialmente tre: immigrazione, terrorismo e sviluppo economico. Nel comunicato finale del G7 si legge un leitmotiv come: “la crescita globale è la nostra urgente priorità”, parole copia incollate regolarmente dal primo vertice del 1976. Sull’immigrazione la linea emersa non si discosta molto dalle scellerate politiche di accoglienza già attuate dai paesi presenti (fatta eccezione proprio per il Giappone, fermo nella sua politica di porte chiuse agli immigrati): “i migranti e i rifugiati sono una sfida globale che richiede una risposta globale” quindi bisogna “aumentare l’assistenza globale per sostenere le esigenze dei rifugiati e delle comunità che li ospitano”. Sul terrorismo solita fuffa:”Condanniamo duramente il terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni. Siamo preoccupati dell’aumento degli attacchi”. Un sostanziale, almeno a livello ufficiale, niente di nuovo sotto il Sol Levante. Un vuoto di idee e proposte che probabilmente si ripeterà al prossimo G7 che si terrà, come annunciato in Giappone da Renzi, a Taormina. “Era un dovere morale farlo in Sicilia, dobbiamo fare le ultime verifiche tecniche ma la nostra proposta sarà Taormina”, ha detto il premier italiano.

Tra le ovvietà politiche emerse e gli annunci di Renzi, l’unica importante svolta sembra essere quella impressa dal governo di Tokyo. Il premier giapponese Shinzo Abe ha infatti scelto il santuario shintoista di Ise per riunire i rappresentanti delle sette nazioni sviluppate, con la ricchezza netta più grande al mondo, in modo affatto casuale e destando più di una polemica soprattutto da parte dei buddhisti locali e degli storici vicini sempre pronti alle critiche (Cina e Corea del Sud). Abe, primo capo di stato del Giappone ad essersi recato in visita ufficiale ad Ise dal 1929, presenzia ogni anno il primo gennaio al santuario ed ha partecipato anche alla cerimonia di rinnovamento di questo luogo sacro, che viene abbattuto e ricostruito integralmente come da tradizione secolare ogni venti anni. Il messaggio del premier nipponico va però oltre il simbolismo religioso, è una chiara riaffermazione dello spirito nazionale nipponico, si tratta del riscatto di un popolo che ha visto dopo il secondo conflitto mondiale una grande crescita economica a fronte di una sostanziale impotenza decisionale a livello internazionale.

Dopo la riforma costituzionale che consentirà al Giappone di riaffermare la sovranità militare perduta, Shinzo Abe ostenta l’orgoglio giapponese anche di fronte ai grandi della Terra. Non è cosa trascurabile, come invece di fatto è la visita di Obama a Hiroshima, con le mancate scuse per la bomba atomica sganciata dai suoi predecessori statunitensi. Al Giappone poco interessano le scuse e in ogni caso nessuna parola di circostanza potrebbe offrire una palingenesi dalle macerie provocate nel passato. Quello che conta è che risorga di nuovo il sole imperiale. La dea Amaterasu sta ancora riposando, ma forse oggi ha aperto un occhio all’ombra del grande torii di Ise.

Eugenio Palazzini

You may also like

3 comments

Dino Rossi 29 Maggio 2016 - 3:56

G7, G10, G20, e poi tre più uno etc.etc sono diventati solo una passerella mediatica per i potenti di turno,i quali però non sono in grado di decidere niente di incisivo sulle nostre vite e sul futuro delle Nazioni,imbrigliati come sono dai loro veri padroni nemmeno troppo occulti e dei loro interessi. E poi come aspettarsi soluzioni da chi i problemi li ha scentemente provocati?
Un altro bell articolo del nostro Palazzini.

Reply
Martino 29 Maggio 2016 - 5:55

Tora! Tora! Tora!

Reply
Sollevato 30 Maggio 2016 - 7:14

Visita di Obama in Giappone, visita di Obama in Vietnam… sembrano casuali ma gli Usa non cessano di tessere la loro tela attorno all’Eurasia, che negli ultimi anni tentava di alzare la testa di fronte al mondo unipolare made in Washington: ecco il vero nemico dell’america, e dei tirapiedi europei: https://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_di_Shanghai_per_la_cooperazione

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati