Roma, 2 giu – Famiglia naturale “ma anche” no. Profughi a casa dei pensionati. Previsioni infelici. La campagna elettorale di Alessandra Moretti in Veneto è stata un vero disastro, una sorta di maratona delle gaffe. La candidata del Pd non ne ha azzeccata una. Ecco un piccolo dizionario ragionato delle brillanti performance della nostra eroina.
Anziani: Ma quale Mare Nostrum, ma quale Frontex, per gestire l’alluvione immigratoria bastano i nostri nonni. L’idea è geniale, non c’è che dire. Intervistata da David Parenzo per Corriere.tv, la Moretti si lancia nella proposta che potrebbe rivoluzionare il nostro approccio alla società multietnica: “Un pensionato che ha un assegno esiguo potrebbe arrotondare ospitando un profugo a casa sua”. Poi, come da tradizione, smentirà tutto. Scordandosi che l’intervista era in video.
Cena: La campagna elettorale, si sa, passa spesso per la tavola, per la gioia dei ristoratori. Sempre che il politico in questione non dia buca all’ultimo. Chiedere per conferma al titolare del ristorante “Il Palco” di Mestre. Lì il tour elettorale di Alessandra Moretti avrebbe dovuto fare tappa per una cena coi sostenitori. Locale bloccato, previsto sontuoso banchetto per cento persone. Poi, senza dare nemmeno un acconto, a 48 ore dalla cena, una telefonata ha disdetto il tutto. E pazienza per il povero ristoratore che aveva chiuso le porte ad altri potenziali clienti e comperato fior di prelibatezze per sfamare gli elettori piddini. Se non altro non potrà lamentarsi che la politica “è tutto un magna magna”.
Coerenza: “Renzi assomiglia un po’ a Berlusconi, fa la primadonna, è egocentrico ed è anche maschilista”. “Renzi non sta bene dove può essere messo in discussione”. Bersaniana di ferro, nel 2012 la Moretti non le mandava a dire al rampante politico toscano. Intanto l’astro dello statista di Bettola imboccava la via del tramonto, mentre Renzi, piano piano, si prendeva il partito. Il salto fu ben ponderato: prima una piroetta cuperliana (“Gianni intende la sinistra come piace a me”), poi uno scatto per riconoscere al maschilista autoritario se non altro una “forza dirompente”. È il punto più alto della capriola, quando si è a mezz’aria e senza rete. Ancora un po’ di concentrazione e si completa l’acrobazia, atterrando in piedi, sull’altra sponda: “Renzi? Un vero fuoriclasse della politica”. Et voilà.
Famiglia: Con l’aria che tirava in Veneto, la Moretti è stata ben attenta a non scontentare nessuno. Al punto di firmare due appelli contrapposti. Il 20 aprile la candidata presidente del Veneto del centrosinistra ha sottoscritto il Manifesto promosso dal Forum Veneto delle Associazioni Familiari in favore della famiglia naturale. Il 17 maggio, invece, ha firmato la piattaforma politico-programmatica delle associazioni Lgbt contro… la famiglia naturale. “Non è possibile che la Moretti sottoscriva un documento e contemporaneamente anche l’altro, che dice esattamente il contrario”, attacca il professor Mario Bolzan, presidente del Forum Veneto delle Associazioni Familiari.
Giornalismo (di destra): Dopo la sua geniale boutade sui profughi da mettere nelle case degli anziani per “arrotondare” la pensione, LadyLike grida al complotto e su Facebook si sfoga: si sarebbe trattato di “una menzogna ben orchestrata dal ‘giornalismo’ di destra – da Libero a Il Giornale, passando da La Gabbia”. Eppure, chiosa, “bastava riascoltare la chiacchierata che ho fatto con David Parenzo sulla proposta del prefetto di Venezia. La trovate sul sito del CorriereTV e sfido chiunque a indicarmi il minuto esatto in cui io avrei formulato inviti e consigli di questo tipo”. L’abbiamo riascoltata, in effetti: dice proprio quelle cose che gli vengono attribuite dal giornalismo di destra. Quindi ora possiamo togliere le virgolette e metterle magari alla voce “politico” quando viene applicata alla Moretti?
Golden goal: Nessun candidato, in campagna elettorale, può ammettere difficoltà o dubbi. Ma certo a volte sarebbe meglio avere un po’ di prudenza. E invece no: a L’aria che tira su La7 la Moretti disse spavalda: “Stiamo riformando il Paese. Impossibile è un’opinione e non un fatto. Ho creduto fino alla fine che vinceremo 7 a 0, volteremo pagina e il Veneto sarà il golden goal”. Forse era in fuorigioco.
Grant (Cary): Con i renziani l’aspetto fisico è importante, si sa. Con i bersaniani contava molto meno. Lei, però, si era autoconvinta del contrario e, sfidando il ridicolo, da portavoce di Bersani si sbilanciò dicendo che da giovane l’allora segreatario “era bello come Cary Grant”. Eccesso di zelo o televisore rotto?
Invalidi: Già lei non è un genio della comunicazione, se poi c’è il sabotaggio degli autisti è finita. Il furgone elettorale della Moretti è stato infatti fotografato mentre era parcheggiato su un posto riservato agli invalidi in un parcheggio di Breganze. Polemiche a non finire. Sarà colpa degli “autisti” di destra (vedi alla voce “Giornalisti”)?
LadyLike: Una parola, un destino. C’è tutto il renzismo rampante e giovanilistico, in questa definizione che la piddina diede del suo stile in una intervista a Corriere Tv. Basta austerità bigotta o sobrietà marxista, la donna del nuovo Pd deve essere brava e bella. “Ho deciso di andare dall’estetista ogni settimana… faccio qualsiasi cosa, le meches, la tinta, omettiamo altri particolari…”. Massimo Cacciari la prese bene: “Che cazzo dice? Un’intervista orribile, ha detto una sciocchezza: la Moretti dimostra di non conoscere la storia di questo Paese”.
Sanità: Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, le ha telefonato per sfogarsi: “Cara Alessandra, la situazione della sanità veneta è ormai allarmante”. Lei è corsa a scriverlo su Facebook, rincarando la dose: “Questa è la sanità eccellente di Luca Zaia”. Poco dopo, però, la Moretti ha cancellato il post. Forse la telefonata (se mai c’è stata) era riservata. O magari il ministro aveva sbagliato numero.
Scheda: Mai cambiare strategia in corsa. E così, partita con una campagna elettorale all’insegna delle gaffe, la Moretti ha resistito imperterrita fino all’ultimo secondo. L’ultima gaffe è arrivata proprio allo scadere, al momento di votare: la candidata Pd si è recata all’urna nel suo seggio a Vicenza ma al momento di infilare la scheda è stata richiamata dal presidente, che l’ha invitata a tornare nell’urna perché aveva piegato male il foglietto. Coerente fino all’ultimo.
Viaggio: “In viaggio con papà” è un vecchio film con Verdone e Sordi, in cui il più anziano dei due interpreta un viveur scafato e vincente mentre l’altro fa il figlio bamboccione, sfigato e inopportuno. Praticamente è la trama dell’infelice spot diffuso qualche giorno fa, in cui la Moretti, al posto del passeggero, ammorba con futilità e retorica un Renzi che sembra più che mai spazientito. Chiamatelo “In viaggio con LadyLike”.
Adriano Scianca