Home » Immigrati, la Cassazione: “Vietato negare l’asilo se c’è pericolo nel Paese d’origine”

Immigrati, la Cassazione: “Vietato negare l’asilo se c’è pericolo nel Paese d’origine”

by Cristina Gauri
3 comments

Roma, 27 apr – Quando la Cassazione si sostituisce alle Commissioni per il diritto d’asilo. E’ successo a Lecce, dove un pakistano che si era visto negare l’asilo ha impugnato il provvedimento e ne è uscito vittorioso. Così, dopo la notizia della sentenza della Cassazione che impone di accogliere gli immigrati omosessuali se l’ordinamento giudiziario del loro Paese non prevede delle misure di tutela, ecco un altro precedente giuridico che potrebbe avere delle conseguenze estremamente nefaste in materia di immigrazione. Nel caso in questione, al pakistano era stato negato lo status perché secondo il Tribunale di Lecce nel Paese d’origine dell’immigrato non ci sono seri rischi per la sua vita.

La sentenza della Cassazione

La Cassazione ha però ribaltato il verdetto. I giudici, secondo la Corte, non possono tenere conto solo di generiche “fonti internazionali” che attesterebbero l’assenza di criticità e conflitti nella patria d’origine dei richiedenti asilo, ma dovrebbero documentarsi più accuratamente, cercando “informazioni aggiornate sul Paese di origine del richiedente”. La Suprema Corte esorta quindi: “Il giudice è tenuto a un dovere di cooperazione che gli impone di accertare la situazione reale del Paese di provenienza mediante l’esercizio di poteri-doveri officiosi di indagine e di acquisizione documentale, in modo che ciascuna domanda venga esaminata alla luce di informazioni aggiornate“. I giudici, pertanto, dovranno provare che il migrante non corra pericolo di vita se torna in patria. Quindi ora il caso del pakistano dovrà essere sottoposto a riesame dalla Commissione per il diritto d’asilo e rischia inoltre di dare il via a una spaventosa valanga di ricorsi. Il principio di diritto sancito dalla Corte di Cassazione che ha ribaltato il verdetto giudiziario rischia cioè di tramutarsi in una ulteriore complicazione burocratica, con un sensibile aggravio delle procedure. Difatti, lo screening sugli elementi di fatto e di diritto che potrebbero portare al riconoscimento del diritto d’asilo, è effettuato prima dagli organi territoriali del ministero dell’Interno e in caso di diniego dalla magistratura di merito. Immaginatevi se tutti coloro che si vedono negare l’asilo iniziassero a fare ricorso.

Cristina Gauri

You may also like

3 comments

Fabrizio 27 Aprile 2019 - 4:56

Manca solo una leggina che disponga una “missione” (vacanza premio) del Giudice, nel Paese d’origine del richiedente asilo, di qualche mese per raccogliere info aggiornate sulla reale situazione.?

Reply
Cesare 27 Aprile 2019 - 10:54

Quando gli immigrati che delinquono inizieranno a fare crimini di ogni genere anche nelle zone di lusso dove abitano quei parlamentari o giudici favorevoli all’ immigrazione selvaggia allora cambieranno idea; per ora il problema è nelle zone povere e quindi loro la cosa nemmeno la percepiscono

Reply
Gino T. 28 Aprile 2019 - 12:37

Serve una lista di stati sicuri elaborata dall’UE!
Attualmente, ogni stato elabora una sua lista.
Il Pakistan comunque, non è considerato sicuro da nessun paese europeo.
Nell’ allegato gli stati considerati sicuri da diversi paesi europei.
https://ec.europa.eu/home-affairs/sites/homeaffairs/files/what-we-do/policies/european-agenda-migration/background-information/docs/2_eu_safe_countries_of_origin_de.pdf

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati