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“La Siria deve restare unita e sovrana” è quanto emerso dal vertice tra Russia, Turchia e Iran di oggi

by Paolo Mauri
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Siria

Zarif, Lavrov e Cavusoglu a Mosca

Mosca, 20 dic – Nella giornata di oggi si è tenuto a Mosca un vertice tra il Ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu e i suoi omologhi russo, Sergei Lavrov, e iraniano, Javad Zarif che ha avuto come argomento principale il futuro della Siria e la situazione di Aleppo.

Durante la conferenza stampa al termine del vertice i tre ministri degli Esteri hanno riferito singolarmente alcune linee guida emerse dai colloqui, tra le quali spicca quella che alla Siria vada garantita la sovranità e l’integrità territoriale. In particolare il Ministro russo Lavrov ha sottolineato come non ci siano alternative ad un cessate il fuoco e ad una soluzione politica del conflitto per porre fine alle sofferenze dalla popolazione civile, ed in questo senso fa appello alla comunità internazionale affinché si possa arrivare ad un accordo tra le parti in gioco, avendo però ben presente che con i terroristi del fronte al-Nusra o dell’Isis non c’è alcuna possibilità di dialogo. Visione ribadita anche dal suo collega iraniano, Zarif, che sottolinea come sia necessaria la cooperazione di tutte le parti coinvolte nel conflitto siriano per fermare il terrorismo che ha colpito e sta colpendo l’Europa. Per questo, come sottolinea il Ministro turco Cavusoglu, Iran e Turchia si adopereranno per una rapida cessazione del conflitto in Siria in modo che si possa giungere al più presto al raggiungimento di una soluzione politica tra le parti. Cavusoglu, dopo aver condannato l’attentato che ha causato la morte dell’ambasciatore russo di ieri, ha poi sottolineato come la Russia stia dando un contributo fondamentale per la risoluzione della situazione in Siria e come i tre Paesi stiano discutendo per risolvere la questione di Aleppo con particolare attenzione all’evacuazione dei “ribelli”.

Lavrov ha poi aggiunto come sia importante arrivare al processo politico con tutte le parti che hanno preso parte al conflitto siriano rimanendo nel quadro della risoluzione 2254 dell’Onu, e ha ricordato come, nonostante ci siano stati sforzi di cooperazione bilaterale tra Russia e Stati Uniti, questi ultimi siano stati disattesi per colpa del ritiro di Washington, pertanto risulta evidente ed innegabile che Russia, Turchia e Iran stiano lavorando per una soluzione del conflitto diversa da quella prospettata dagli Usa e dall’Europa, ma che comunque è necessario trovare un accordo unico in modo da poter procedere con il cessate il fuoco e con l’avvio di trattative politiche. Trattative che, oltre all’esclusione dei gruppi terroristi come al-Nursa, vedranno esclusa anche Hezbollah: Cavusoglu ha infatti detto esplicitamente che il supporto ai combattenti sciiti deve cessare.  L’obiettivo numero uno, quindi, è la sconfitta del terrorismo in Siria ed il mantenimento della sua integrità territoriale e della sua sovranità, come ha ribadito in chiusura della conferenza stampa il Ministro Lavrov, ricordando che il cambiamento di regime non è più la priorità. A sostegno di questa visione ha riferito che, sebbene in Siria operino più forze armate, sia invitate sia non invitate dal governo di Assad, l’importante è che il loro obiettivo comune sia la sconfitta del terrorismo sempre con il presupposto di non separare la Siria.

L’attacco terroristico ad Ankara di ieri, in cui ha trovato la morte l’ambasciatore russo, non ha minato i rapporti tra Turchia e Russia e non ha fatto saltare l’importante vertice di Mosca tenutosi regolarmente oggi, del resto i contatti diplomatici tra i due Paesi non erano cessati nemmeno dopo l’abbattimento del Sukhoi Su-24 russo; al contrario, dopo qualche mese di “gelo”, i contatti commerciali erano ricominciati di gran carriera, pompati dal Turkish Stream e dalle centrali nucleari che il governo di Ankara sta costruendo con l’aiuto di Mosca. Contatti diplomatici che si sono fatti ancora più stretti dopo il tentato golpe di questa estate, che ha spinto Erdogan verso Mosca non solo in campo economico ma anche militare, come dimostra l’intenzione di Ankara di comprare batterie di missili SAM S-400. Vedremo cosa ci riserverà il futuro e se l’appello delle tre nazioni all’unità della Siria sarà messo in pratica stante l’eterogeneità delle fazioni che siederà al tavolo delle trattative politiche.

Paolo Mauri

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1 commento

Marco C. 22 Dicembre 2016 - 7:31

Sembra che l’unico qui a non essere coinvolto (formalmente) sia proprio lo Stato siriano.

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